Colonnine: come combattere la sosta abusiva
L’occupazione non consentita degli stalli destinati alle auto elettriche in ricarica è un malcostume ancora molto diffuso nel nostro Paese. Ecco come poter intervenire, cosa dice la Legge e quali sono le contromisure adottate da Cpo ed Emsp per disincentivare questa “cattiva” abitudine
di Federica Musto
L’occupazione abusiva degli stalli dedicati alla ricarica da parte di veicoli non elettrici o che non stanno usufruendo del servizio è una pratica ancora molto comune, in Italia come in molti dei Paesi in cui la mobilità elettrica sta prendendo piede e, con essa, sta crescendo l’infrastruttura. A ottobre 2022 in Italia Motus-E – associazione che raggruppa gli operatori della mobilità elettrica – contava 32.776 punti di ricarica, di cui il 75% è collocato su suolo pubblico e il 25% su suolo privato ad accesso pubblico. Un quadro in crescita che ha registrato un trend decisamente positivo a +208% in soli tre anni. Di questi, il 90% risulta in corrente alternata (AC), ossia è pensato per una ricarica lenta con potenza dai 3 a un massimo di 22 kW; mentre solo il 10% è in corrente continua con soluzioni quick, fast e ultrafast. Ciò significa che il tempo di sosta per ricaricare presso la maggior parte delle stazioni disponibili sarà prolungato e, dunque, per chi viaggia in elettrico la possibilità di prenotare la ricarica – avendo poi la sicurezza di trovare lo stallo libero e disponibile – diventa una condizione fondamentale per poter programmare adeguatamente il proprio itinerario giornaliero. Ma cosa succede se quando si arriva alla stazione di ricarica questa è inaccessibile?
Cosa dice la legge
Capita ancora troppo spesso, soprattutto in città o nei parcheggi dei centri commerciali più affollati, di trovare gli stalli occupati da veicoli – elettrici, ibridi o endotermici – non in ricarica. Eppure in Italia una legge che norma l’utilizzo degli stalli dedicati ai veicoli elettrici – e di conseguenza i casi di abuso – esiste da gennaio 2017. Si tratta della modifica all’articolo 158 del Codice della strada, introdotta dal DL 257 del 16 dicembre 2016. L’articolo contiene l’elenco delle soste e delle fermate vietate in spazi riservati a utilizzo esclusivo, di fatto equiparando l’occupa- zione indebita delle aree riservate alla ricarica a quella, ad esempio, delle aree dedicate ai veicoli per portatori di handicap. In particolare, gli stalli adiacenti a un charging point sono aree riservate alla sosta di veicoli in ricarica, dunque tutti quei mezzi elettrici e non, che si fermano o sostano in questi stalli senza usufruire del servizio, o per un tempo superiore a quello destinato al rifornimento, sono da considerarsi in divieto di sosta e vanno incontro a sanzioni amministrative che possono andare da 85 a 338 euro per i veicoli a quattro ruote (da 40 a 164 euro qualora si tratti di ciclomotori o mezzi a due ruote), con anche la possibilità di rimozione da parte degli organi di polizia. A differenza di quanto accade per chi occupa le aree destinate ai disabili, ai veicoli di pubblica utilità (taxi e bus) o ai mezzi di soccorso, per chi occupa senza averne diritto gli stalli destinati alle vetture in ricarica non è tuttavia prevista la decurtazione di punti dalla patente.
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