Smart Mobility Report 2025: in Italia 560mila charging point privati, ricarica pubblica a quota 66mila (+34%)
Il 2024 ha segnato un anno di forte espansione per la rete di ricarica dei veicoli elettrici in Italia, con un incremento del 34% dei punti di ricarica pubblici rispetto all’anno precedente. Alla fine dell’anno si contavano circa 66.000 PdR attivi, in netta crescita rispetto ai 49.000 del 2023. Questi i dati emersi dall’ultima edizione dello Smart Mobility Report 2025 curato dalla divisione Energy & Strategy del Politecnico di Milano. Lo sviluppo delle infrastrutture che emerge dai dati evidenzia una crescente attenzione verso la mobilità elettrica, supportata da investimenti da parte di operatori privati e da misure di sostegno pubblico, seppure con alcune criticità. La maggior parte delle infrastrutture disponibili in Italia è ancora rappresentata da punti di ricarica «slow», con potenze fino a 22 kW, che costituiscono il 78% del totale. Tuttavia, l’elemento più interessante è la crescita molto sostenuta dei PdR «fast», con potenze superiori, che nel 2024 hanno registrato un aumento del 67%. La quota complessiva di punti ad alta potenza ha raggiunto il 19% del totale nazionale, un valore superiore alla media europea, che si attesta intorno al 15%. Questo dato riflette un orientamento strategico italiano volto a potenziare la rete con soluzioni più performanti, particolarmente utili nei nodi logistici e lungo le principali direttrici autostradali.
Sul fronte privato, alla fine del 2024 si stimano circa 560.000 punti di ricarica installati, con una crescita del 12% rispetto all’anno precedente. Un incremento più contenuto rispetto agli anni passati, frenato in parte dalla progressiva riduzione del Superbonus, che nei periodi precedenti aveva sostenuto in modo decisivo l’adozione di colonnine domestiche. L’andamento non lineare della rete privata dimostra come lo sviluppo di questo segmento sia ancora fortemente legato alla presenza di incentivi fiscali stabili e strutturati. A livello europeo, il numero totale di punti di ricarica pubblici ha superato il milione di unità alla fine del 2024, con una crescita del 35% per le colonnine a bassa potenza e del 43% per quelle fast. La tendenza conferma un’evoluzione costante della rete, sempre più orientata a offrire soluzioni rapide, fondamentali per l’adozione su larga scala dei veicoli elettrici. In particolare, Paesi come Norvegia, Germania, Spagna e Italia guidano la transizione verso una maggiore penetrazione di infrastrutture ad alta potenza, mentre nazioni come i Paesi Bassi, pur mostrando la maggiore densità di PdR pubblici (1 ogni 100 abitanti), mantengono una rete prevalentemente lenta, con solo il 3% dei punti rientranti nella categoria fast.
La fotografia europea resta tuttavia disomogenea. Le differenze nella densità delle infrastrutture sono ancora marcate: mentre Paesi come Belgio, Danimarca, Norvegia e Svezia hanno raggiunto buoni livelli di capillarità, altri continuano a presentare livelli di accessibilità inferiori. L’Italia, pur avendo accelerato il passo, resta nella parte bassa della classifica per densità di PdR per abitante, ma si distingue positivamente per il peso crescente delle installazioni ad alta potenza. Il 2025 si è aperto con segnali incoraggianti per il mercato italiano. L’aumento delle immatricolazioni nei primi mesi dell’anno, trainato anche da un’offerta più ampia e da nuovi modelli a basso costo, trova corrispondenza nella progressiva maturazione della rete infrastrutturale. Tuttavia, rimangono alcune criticità, a partire dalla revisione del PNRR, che ha ridotto i fondi destinati alle infrastrutture di ricarica in favore di nuovi incentivi all’acquisto di veicoli elettrici. Una misura che rischia di produrre effetti distorsivi, come il rallentamento della domanda e la creazione di comportamenti attendisti, senza risolvere il vero collo di bottiglia dello sviluppo: la capillarità e la disponibilità della ricarica, in particolare nei centri urbani, nei condomini e nelle aree meno servite.
Nel medio termine, il potenziamento dell’infrastruttura – sia pubblica che privata – resta una condizione imprescindibile per sostenere la crescita del mercato e raggiungere gli obiettivi previsti al 2030. L’Italia, oggi ferma a 3,1 milioni di BEV previsti nello scenario “Business As Usual”, è ancora lontana dai 6,6 milioni fissati dal PNIEC. Per colmare questo divario, sarà essenziale garantire continuità negli investimenti, semplificazione normativa e stabilità negli incentivi, orientando le risorse non solo sull’acquisto dei veicoli, ma anche sul loro utilizzo quotidiano. Infrastrutture veloci, affidabili e accessibili rappresentano il fattore abilitante decisivo per il successo della mobilità elettrica.
Il report è disponibile in formato digitale a questo link