Cpo: chi sono, cosa fanno e come cresceranno ancora
I Charging Point Operator sono le società che si occupano di installare e gestire le infrastrutture pubbliche di ricarica con l’obiettivo di rendere sempre più capillare la presenza di colonnine nel nostro Paese. Ecco alcuni dei player che stanno crescendo sul nostro territorio e le strategie con le quali intendono accelerare la transizione elettrica
di Matteo Bonassi
I Charging Point Operator, tradotto letteralmente “operatori del punto di ricarica”, sono le aziende che si occupano di installare, gestire e manutenere una rete di stazioni di ricarica attraverso una piattaforma interconnessa. Possono offrire il proprio servizio direttamente all’utente finale, oppure decidere di abilitare uno o più E-mobility service provider per garantire l’interoperabilità della propria infrastruttura, consentendo agli e-driver di utilizzare le colonnine attraverso app o Rfid card di altri operatori collegati al proprio network. Il modello di business prevede di norma che il Cpo acquisti hardware da terzi, oppure scelga di produrre direttamente i propri ev-charger, per poi proporsi – ad esempio attraverso la partecipazione a bandi di concorso della PA, dialogando con i Comuni che concedono spazi per la realizzazione di infrastrutture di ricarica, oppure ancora rispondendo alle esigenze di esercizi commerciali che decidono di offrire la ricarica come servizio – in qualità di partner per la realizzazione di charging point a utilizzo pubblico.
Un panorama già affollato e molto competitivo
In Italia sono già presenti diversi Cpo. Alcuni hanno già delineato delle strategie di sviluppo chiare, puntando su alcune peculiarità distintive in termini di posizionamento e del tipo di servizio offerto. Enel X Way, ad esempio, è a oggi tra i Cpo presenti in maniera più capillare nel nostro Paese, con più di 17mila punti di ricarica pubblici che abbracciano diversi tagli di potenza, dalla ricarica quick in AC fino a 22 kW fino a dispositivi in DC fast e ultrafast: un ventaglio di soluzioni in grado di rispondere alle esigenze dei centri urbani (ma non solo) che decidono di elettrificare il proprio territorio. Lo scorso dicembre è invece sbarcato ufficialmente in Italia Ewiva, Cpo nato da una joint venture che vede sempre protagonista Enel X Way insieme a Volkswagen Group, con l’obiettivo realizzare sul territorio una rete di ricarica ultra-veloce affidabile e capillare, interamente alimentata con energia rinnovabile. Ewiva conta di gestire 3mila punti di ricarica – ognuno con una potenza fino a 350 kW – in 800 siti entro il 2025, concentrandosi prevalentemente nei centri urbani, nelle aree suburbane e nelle strade principali percorse da pendolari e turisti. Free To X, società di Autostrade per l’Italia impegnata nello sviluppo di servizi dedicati alla mobilità elettrica e non solo, al momento ha puntato con decisione sullo sviluppo di un’infrastruttura di ricarica ultrafast sulla rete autostradale, per rispondere alle esigenze di coloro che utilizzano l’auto elettrica per lunghi tragitti e hanno necessità di ottimizzare i tempi di rifornimento energetico affidandosi a stazioni in grado di restituire l’80% dell’autonomia in 15-30 minuti circa. Atlante, società del Gruppo Nhoa, punta invece sulla realizzazione di hub di ricarica ultraveloce organizzati in microgrid per privilegiare l’autoconsumo – grazie all’utilizzo di pensiline con impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo – e ubicate in centri di traffico nevralgici (ad esempio stazioni ferroviarie e aeroporti) o in prossimità delle uscite autostradali.
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