Passione, know-how e innovazione. L’e-mobility secondo Phoenix Contact
Valter Traversa, sales manager smart mobility di Phoenix Contact, racconta le peculiarità di un’azienda unica nel suo genere, che rifornisce la quasi totalità di produttori sul mercato italiano con un catalogo che copre l’80% dei componenti utilizzati all’interno di un ev-charger. «Spesso le wall box domestiche vengono identificate come prodotti poco complessi, invece la tecnologia al loro interno è di primaria importanza: qualità e innovazione fanno la differenza»
Phoenix Contact è un’azienda unica nel suo genere:il suo catalogo di prodotti dedicati all’e-mobility copre infatti più dell’80% dei componenti presenti in una wall box o in una colonnina. Quando incontriamo Valter Traversa, sales manager Smart Mobility, presso la sede nella zona industriale di Cusano Milanino (in provincia di Milano) una domanda sorge subito spontanea: perché l’azienda non produce direttamente i propri sistemi di ricarica? «Ce lo chiedono in tanti», risponde Traversa. «La scelta di non produrre stazioni di ricarica è assolutamente strategica. Phoenix Contact ha deciso, nonostante le competenze interne potrebbero consentirlo facilmente, di essere partner dei propri clienti e di non entrare mai in competizione diretta con loro. La maggior parte dei fornitori di componenti presenti sul mercato spesso propone anche a catalogo una propria gamma di ev-charger. È una strategia legittima. Ma se vogliamo porci come vero partner non possiamo anche diventare competitor. Phoenix Contact ha fatto questa scelta netta che ci contraddistingue in modo significativo da altri player».
Multinazionale presente a livello globale – che quest’anno festeggia il proprio centenario dalla fondazione e i 10 anni di presenza sul mercato dell’e-mobility – Phoenix Contact nasce in Germania a Essen ma poi si trasferisce a Blomberg, dove oggi sorge l’head quarter. Oltre alla sede tedesca, ci sono plant produttivi in Germania, nell’Est Europa, oltre a centri di competenza e stabilimenti di produzione anche in Cina e negli Usa. L’azienda inoltre è presente in tutto il mondo anche attraverso le proprie filiali commerciali: quella italiana conta circa 150 dipendenti e, a livello internazionale, è al quarto posto per fatturato – dietro a Germania, Cina e Usa – e addirittura al terzo relativamente al mercato e-mobility, segmento in cui Phoenix Contact prevede nei prossimi anni una crescita esponenziale.
Come si è affacciata Phoenix Contact sul mercato dell’e-mobility?
«Festeggiamo proprio nel 2023 i 10 anni di attività nel business della mobilità elettrica. L’azienda ha infatti approcciato questo settore nel 2013 grazie a un’intuizione che ci ha portato a cavalcare l’esplosione di un settore che ai tempi era ancora agli albori. Phoenix Contact inizialmente crea Phoenix Contact E-Mobility GmbH, una piccola azienda di sole 23 persone a Schieder un paesino vicino alla sede centrale in Germania. Ovviamente intuire le potenzialità di questo business è stato fondamentale, ma fin da subito è stata strategica la decisione di investire molto in ricerca e sviluppo. Ad esempio, Phoenix Contact è uno dei maggiori contribuenti alla nascita dello standard CCS per le ricariche in DC, quindi possiamo dire che fin dall’inizio siamo stati impegnati non solo nel business della ricarica, ma anche nella codifica degli standard che hanno guidato lo sviluppo a livello globale della mobilità elettrica. L’azienda è partita nel 2013 con lo sviluppo dei primi sistemi di ricarica non codificati per batterie presenti sul mercato cinese».
Quali sono i vostri trend di crescita e quanto incide la mobilità elettrica?
«Nel 2022 a livello globale abbiamo raggiunto un fatturato di 3,5 miliardi di euro. L’e-mobility vale il 7/8% del totale. In Italia l’incidenza sul totale del business è la stessa. Il fatturato della nostra filiale nel 2022 è stato di 151 milioni di euro. A livello globale solo l’anno scorso il gruppo ha aumentato il fatturato di 600 milioni di euro. Riguardo all’e-mobility abbiamo registrato un incremento esponenziale: a livello globale eravamo intorno ai 3-4 milioni nel 2013 e lo scorso anno sono stati fatturati oltre 200 milioni di euro. In Italia solo nell’ultimo anno questo business è cresciuto del 30%».
Quali sono le previsioni per il futuro?
«Sull’e-mobility prevediamo un trend posi- tivo importante, anzi esponenziale. Ma non solo: oltre ad aumentare il volume di business vogliamo contribuire a far crescere il mercato dal punto di vista della cultura sulla mobilità elettrica, oltre che della sostenibilità. L’e-mobility si innesta in maniera perfetta all’interno del nostro payoff: Empowering the All Electric Society. È un tassello fondamentale della nostra vision: una società globale in cui l’elettrificazione, compresa quella dei trasporti, è uno dei driver portanti e in cui l’energia, oggi proveniente da fonte fossile, possa essere sostituita da energia elettrica proveniente al 100% da fonti rinnovabili. Phoenix Contact possiede gli strumenti per favorire questo cambiamento e vuole contribuire nel far crescere la società, diffondendo e sostenendo un modello di trasporti sostenibile a livello globale».
Come è impostata la vostra strategia commerciale?
«Nella mobilità elettrica abbiamo due target principali di clienti. Da una parte ci rivolgiamo ai costruttori di veicoli, quindi a una serie di mezzi di vario tipo a partire dall’automotive. I nostri prodotti, ovvero principalmente la presa di ricarica presente sul veicolo, possono infatti essere montati anche su mezzi speciali; quindi, spaziamo dalle vetture (trattiamo con i principali marchi a livello mondiale), allargandoci a qualunque altro tipo di mezzo di trasporto: autobus, camion, moto, motoslitte, spazzatrici, barche, trattori… Insomma, qualunque mezzo elettrificabile. Altra parte importante della clientela sono i costruttori di stazioni di ricarica, sia wall box sia colonnine in AC e in DC. Phoenix Contact è l’unica azienda in grado di fornire fino all’80% dei componenti presenti all’interno di una stazione di ricarica. Questo perché siamo un gruppo che si avvale di un forte know-how maturato nell’industria dell’automazione: questo ci ha permesso di confezionare un’offerta completa e di qualità per le aziende che decidono di affidarsi a un unico interlocutore per tutto ciò di cui hanno bisogno in termini di componenti hardware e software: controllori, prese, connettori, switch, cavi, moduli di potenza e tanto altro. Siamo gli unici player sul mercato in grado di definirsi un cosiddetto One Stop Shop per tutto quello che riguarda la componentistica all’interno di un ev-charger. Attraverso questa proposta possiamo garantire ai nostri clienti importanti vantaggi in termini di tempo risparmiato nella ricerca dei prodotti, in trattative commerciali, nella ricerca di referenti e in attività relative alle forniture».
Una realtà unica nel suo genere…
«Esattamente. Il nostro approccio commerciale è differente dalle altre aziende presenti sul mercato. Il fatto di poter proporre un catalogo completo di componenti per le stazioni di ricarica è una caratteristica unica. Non ci sono altre aziende in grado di replicare la nostra offerta. Abbiamo ovviamente dei competitor sul singolo componente, ma nessuno offre la nostra ampiezza di gamma. Questo perché, essendo cresciuti nel settore dell’automazione, possiamo, ad esempio, fornire dal pannello di controllo, che già utilizziamo in altri mercati, ai morsetti per la connessione, alla siglatura per contrassegnare i cavi, agli scaricatori per sovratensioni».
Il vostro servizio, quindi, non si limita alla vendita del prodotto.
«Infatti proponiamo un’attività molto importante di consulenza. La nostra esperienza nell’e-mobility – e non solo – ci consente di offrire un servizio ad alto valore aggiunto per aiutare il cliente a sviluppare il proprio business guidandolo in tutti gli aspetti dove magari non ha ancora maturato sufficiente know-how. Questo è un plus che ci differenzia moltissimo sul mercato. A questo si aggiunge poi un altrettanto importante processo di follow up, oltre a guidare il cliente nella scelta dei materiali, indaghiamo anche sull’applicazione del prodotto per suggerire soluzioni innovative che magari non conosce e che possono essere utili ai suoi obiettivi, sia hardware sia software, incluse soluzioni per le piattaforme di gestione. Riassumendo: offerta, competenza e consulenza mirata alle esigenze dei clienti sono tre peculiarità che contraddistinguono l’approccio di Phoenix Contact al mercato dell’e-mobility».
Chi sono i vostri principali competitor?
«Come accade in tutti i mercati emergenti è facile trovare prodotti di bassa qualità a prezzi molto concorrenziali, oppure semplicemente prodotti di più elevato standard ma privi di alcuni servizi. Cerchiamo quindi di creare un valore aggiunto importante, non solo relativo al singolo componente ma all’intera fornitura e questo è un aspetto che il mercato ci riconosce. Questo approccio è il risultato della passione che Phoenix Contact nutre da sempre nei confronti dell’innovazione e della sostenibilità: oltre allo sviluppo del business riteniamo fondamentale contribuire alla crescita di quello che si preannuncia come un vero e proprio cambio di paradigma».
Qual è il vostro target di clienti?
«Possiamo dire che attualmente lavoriamo con la quasi totalità dei marchi di stazioni di ricarica presenti in Italia, sia con coloro che sono specializzati in stazioni in DC sia con le aziende che invece approcciano solo il segmento in AC. Alcune di queste si rivolgono solo ed esclusivamente al mercato italiano, mentre altre sono player presenti a livello globale ed europeo».
Qual è la vostra strategia distributiva?
«In alcuni casi procediamo con una fornitura diretta, quando c’è appunto un rapporto con il cliente che oltre alla vendita include anche una parte importante di consulenza. In altri ci affidiamo alla rete di distributori specializzati e non, presenti sul territorio italiano».
Prevedete anche attività di formazione dedicate ai vostri clienti?
«Assolutamente sì, lo facciamo solitamente attraverso webinar che abbiamo mantenuto attivi anche durante il difficile periodo del Covid. Sono tanti i clienti che prendono parte alle nostre iniziative, crediamo che la formazione sia uno strumento molto importante perché è uno degli aspetti cruciali quando si desidera impostare un rapporto di vera partnership».
In una wall box pensata per l’utilizzo domestico, quali sono i componenti che fanno la differenza?
«Spesso le wall box domestiche vengono identificate come prodotti semplici, tecnologicamente poco complessi e sono considerati un segmento all’interno del quale il prezzo è la discriminante principale. Phoenix Contact ritiene invece che i componenti core di questa tipologia di stazioni di ricarica siano assolutamente importanti. Primi fra tutti i sistemi di protezione da sovratensioni, oltre ai sistemi per il controllo e l’alimentazione. Per questa tipologia di ev-charger si sviluppano sempre più soluzioni integrate e in quest’ambito Phoenix Contact si pone come player di primaria importanza nella fornitura componenti per schede integrate, morsetti per circuiti stampati ecc.. Si tratta di componenti che possono fare la differenza anche in un prodotto apparentemente semplice. Siamo convinti che la nostra filosofia di approccio al mercato, basata su qualità e innovazione, sia in grado di fare la differenza anche in quest’ambito».
Quali sono le criticità che in Italia rallentano ancora la diffusione dell’e-mobility?
«La transizione energetica in generale e la mobilità elettrica in particolare sono argomenti di importanza centrale, perché coinvolgono tutti. Credo che l’Italia stia scontando un ritardo iniziale sull’e-mobility, è infatti uno dei Paesi che è partito più tardi ed è anche uno dei Paesi che ci sta credendo con meno convinzione rispetto, ad esempio, al Nord Europa, dove invece le infrastrutture di ricarica e le auto elettriche sono più diffuse. In Italia non si sono attuate politiche univoche e precise. Uno degli ultimi esempi è il voto allo stop delle auto endotermiche, dove purtroppo si è tentato di accontentare tutti proponendo l’inclusione di tecnologie alternative all’elettrico. Inoltre, abbiamo pagato l’introduzione di incentivi a singhiozzo con cui si è cercato di accontentare tutti i produttori di auto mostrando, di contro, una forte debolezza di fondo, che ha creato molta confusine nel consumatore. L’industria a livello globale ha una visione molto chiara sulla transizione all’elettrico, anche a livello di investimenti: pure l’Europa ha preso una decisione ben precisa sull’elettrico e sta correndo in questa direzione, solo l’Italia è ancora indecisa… ».
L’intervista è pubblicata sul numero di E-Ricarica di maggio (per scaricarlo clicca qui)
L’Offerta di Phoenix Contact
La linea Charx Connect include i nuovi moduli Charx power dedicati alle infrastrutture di ricarica veloce. I moduli da 30 kW garantiscono un’elettronica di potenza efficiente in corrente continua e sono disponibili come convertitori AC/DC e DC/DC. Il sistema prevede la possibilità di un montaggio a rack da 19 pollici e sistemi di fissaggio Push-Lock e T-Lox, per essere installati facilmente nelle stazioni di ricarica e consentire un accesso rapido in caso di manutenzione. Il design innovativo ha consentito di contenere gli ingombri, mentre l’elevata densità di potenza garantisce un rendimento superiore al 95%. La possibilità di connettere fino a 12 moduli permette di creare soluzioni di ricarica flessibili, con potenze scalabili fino a 360 kW.
Le prese socket outlet di Tipo 2 per stazioni di ricarica nelle versioni Basic e Premium sono realizzate per offrire nuove funzionalità ai costruttori di charging station e per garantire agli utenti una maggior sicurezza in fase di ricarica e un utilizzo più intuitivo. Con la linea Premium, Phoenix Contact propone l’unica presa al mondo di Tipo 2 provvista di Led Rgb e sensori di temperatura. Grazie a quest’ultimi il processo di ricarica, in caso di surriscaldamento, viene interrotto, proteggendo l’utilizzatore dai rischi che ne derivano e la stazione di ricarica da eventuali danni. I Led invece comunicano lo stato della ricarica: grazie alla tecnologia Charx control modular è possibile configurare segnalazioni personalizzate a seconda dello stato di ricarica e scegliere i colori della presa abbinandoli, ad esempio, alla veste grafica aziendale. La versione Basic, rispetto alla Premium, integra invece solo i Led Rgb.
L’E-Mobility Charx control modular è un componente in grado di offrire un pacchetto completo e pre-certificato per fatturare i processi di ricarica in AC in conformità con la legge sulla calibrazione. Si tratta di un sistema coordinato che include un display da incasso, un misuratore di energia certificato Mid e un pacchetto software con relativa documentazione a corredo per ottenere la certificazione della stazione di ricarica in maniera semplice, riducendo costi e tempi di attesa.
Phoenix Contact propone anche un’ampia gamma di connettori: dal CCS di Tipo 1 per ricariche fino a 500 kW, ai CCS 2 Combo, fino ai cavi di Tipo 2 per la ricarica in AC che, di recente, hanno visto l’introduzione della nuova linea Charx Connect Eco in grado di soddisfare gli elevati requisiti di qualità e di processo delle case automobilistiche secondo lo standard IATF 16949. L’utilizzo sicuro all’aperto è garantito anche da un concetto di tenuta che protegge in modo affidabile il connettore di ricarica e il cavo dalle infiltrazioni d’acqua come previsto dagli standard di isolamento IP67. Su richiesta, è possibile personalizzare il connettore con il logo del cliente, abbinato al marchio dei veicoli o delle stazioni di ricarica. Oltre alla nuova famiglia Charx Connect Eco, restano disponibili a catalogo i cavi di ricarica Charx Connect, caratterizzati da un design più ergonomico e da maggiori opzioni di personalizzazione.