A settembre immatricolazioni auto elettriche a -2,3%. Duro il commento di Motus-E
Secondo i dati raccolti da Motus-E le immatricolazioni di vetture elettriche in Italia a settembre sono calate del 2,3% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, con un totale di 4.955 unità contro le 5.073 registrate nel 2022. Nel periodo gennaio-settembre il totale di veicoli elettrici immatricolati ha raggiunto quota 45.790, con un market share del 3,8%. Nello stesso periodo dello scorso anno le auto immatricolate sono state 35.725 per un market share del 3,6%. Al 30 settembre il totale Bev circolante in Italia è di poco superiore alle 209mila unità.
L’associazione ha commentato duramente il dato relativo alle immatricolazioni: “Perché il nostro Paese sta perdendo il treno degli altri grandi europei? L’anomalia italiana è frutto di più concause su cui è urgente aprire un serio confronto con tutti gli attori coinvolti. Sicuramente il sistema incentivante ereditato dai precedenti Governi non funziona, ma sono sufficienti pochi aggiustamenti a parità di risorse per renderlo più appetibile ed efficace: alzare il cap di prezzo per accedere alle agevolazioni, estenderle in forma integrale ad aziende e noleggi – anche per alimentare il mercato dell’usato elettrico – e rivedere in chiave green la fiscalità sulle flotte, tema su cui come Motus-E abbiamo già lavorato a una proposta mirata. Agire sugli incentivi, tuttavia, potrebbe essere una condizione necessaria ma non sufficiente per recuperare un gap che rischia di diventare strutturale, con pericolosi riflessi anche sulla futura competitività dell’industria automotive nazionale. Numeri simili lasciano pensare che in Italia si sia innescata una resistenza quasi ideologica all’auto elettrica, figlia della circolazione di informazioni fuorvianti e di incertezza sul quadro normativo. In un panorama globale evidentemente rivolto alla mobilità elettrica, rimanere indietro può essere fatale per l’industria italiana. Per questo è indispensabile che il dibattito pubblico su questi temi segua direttrici economiche, scientifiche e sociali, senza deragliare sotto la spinta di credenze e falsi miti che rischiano di causare un danno incalcolabile al futuro del nostro Paese”.