“Mercato, regolamenti e comunicazione: le nuove sfide dell’industria”. La videointervista a Omar Imberti (Anie Federazione)
Di seguito la videointervista a Omar Imberti, coordinatore e-mobility di Anie Federazione
L’intervista realizzata da E-Ricarica è stata pubblicata in versione integrale sul numero di Gennaio/Febbraio del magazine, disponibile anche in formato digitale gratuito a questo link.
Ecco un estratto dell’articolo:
Imberti (Anie e-mobility): “Le nuove sfide per l’industria”
Dopo un anno chiuso con evidenze positive ma anche diverse incognite, le imprese della mobilità elettrica chiedono normative più chiare e trasparenti per sfruttare correttamente gli incentivi. Senza dimenticare il tema sempre più cruciale della corretta informazione anche in relazione all’auspicata crescita delle vendite di veicoli. «Soprattutto per la parte domestica sarà fondamentale l’immatricolazione di nuovi Bev. quindi è necessario rimodulare gli incentivi per le auto con logiche in grado di trainare le vendite» afferma il coordinatore del gruppo e-mobility di Anie Federazione
di Antonio Allocati
Il Gruppo e-mobility di Anie Federazione, nato circa 10 anni fa, rappresenta oggi più di 70 aziende. La strutturazione di questa divisione in un’entità organizzata e stabile risale invece a circa 3 anni fa. La sua composizione interna è eterogenea, sono infatti presenti start-up focalizzate sulla mobilità elettrica, multinazionali che trattano questo settore come uno dei molteplici sidebusiness, passando per grandi aziende nazionali ed estere, oltre a operatori focalizzati nelle energie rinnovabili e sistemi di accumulo con applicazioni anche nel campo della transizione elettrica. «Dalle statistiche che abbiamo raccolto» afferma Omar Imberti il coordinatore del Gruppo. «Il volume d’affari, per il segmento e-mobility, si aggira tra i 65 e i 70 milioni di euro. Nel confronto con il 2021 la crescita registrata è del 90%, così come estremamente positivo anche il trend della crescita occupazionale, oggi intorno al +40%. Un altro aspetto che vale la pena sottolineare riguarda la focalizzazione sull’infrastruttura hardware che caratterizza le aziende del Gruppo. Non entriamo infatti nel tema della gestione delle colonnine, come ad esempio le tariffe oppure i software degli Emsp, ed eventuali permessi legati all’operatività dei Cpo».
Quali saranno le sfide su cui vi concentrerete per il 2024?
«Innanzitutto supportare una serie di richieste a livello ministeriale su cui ci stiamo focalizzando. Una delle proposte riguarda l’impiego di un Pod unico nell’utilizzo condominiale: una soluzione che andrebbe a risolvere una serie di problemi per le installazioni. Noi proponiamo un Pod che sia dedicato alla ricarica dei veicoli elettrici – che garantirebbe enormi vantaggi in termini di gestione smart della ricarica e della rete – e che sia predi- sposto anche a nuovi business model. Come ad esempio alla predisposizione della ricarica in tutti i box, con la possibilità di far pagare le operazioni di recharging ai residenti solo nel momento in cui effettivamente essi si agganciano. Si potrebbero aprire scenari interessanti e inoltre risolvere alcune problematiche concrete con cui bisogna convivere oggi, come il collegamento al contatore generale del condominio di diversi energy-meter. Un numero troppo elevato di stazioni connesse potrebbe infatti creare importanti problemi in termini di disponibilità di potenza per come sono dimensionati gli attuali POD condominiali».
Altro tema importante: la ripresa degli incentivi domestici e aziendali…
«Di fatto per il 2024 è ancora tutto fermo. A fine 2023 abbiamo avuto due tipologie di incentivi, uno rivolto al privato emesso dal Mimit e uno per aziende e imprenditori, emesso dal Mase. Sono iniziative nate con criteri e parametri differenti. Quello per le aziende è stato annunciato nel 2020, il decreto attuativo è arrivato nel 2021, la piattaforma è stata attivata nel 2023, dando peraltro pochissimi giorni di tempo per accedere al bonus. In questo modo non è stato di alcun aiuto, ha solo rallentato il mercato nell’attesa che venisse applicato. Occorre dal nostro punto di vista una rivoluzione del modus operandi: quando l’incentivo viene annunciato deve diventare operativo in tempi brevi e con delle finestre ben studiate. La stessa cosa vale anche per la parte privata: il decreto è arrivato nel 2022 ma la piattaforma è stata attivata alla fine del 2023. Oltretutto le regole per usufruire del bonus sono state rese note solo lo scorso ottobre quando la piattaforma è diventata operativa: in questo modo tantissimi utenti convinti di rientrare nell’agevolazione sono rimasti tagliati fuori per tanti motivi. Inoltre, gli incentivi sono stati utilizzati poco sia per le tempistiche che perché la documentazione da fornire era molto complessa. A conferma di ciò i dati sul sito del Mimit evidenziano come dei 40 milioni stanziati per il 2022 sia stati utilizzati solo il 2%, mentre per i fondi per il 2023 solo 5, 76 milioni su 40. A questo punto rimangono inutilizzati circa 73 MIO di euro che come Anie chiederemo vengano riassegnati per il 2024, che la finestra temporale sia più ampia e che l’iter burocratico sia più semplice. Infine chiediamo che vengano fornite delle specifiche tecniche sulle stazioni che rientrano nel bonus, prevedendo l’utilizzo di ev-charger smart. Oggi il decreto è vago: per assurdo potrebbe rientrare anche la ricarica in Modo 2… Il decreto del Mase al contrario faceva riferimento alla delibera Arera 541, fornendo delle precise indicazione tecniche. Proporremo al ministero di affidarsi alle nostre competenze per la parte tecnica delle stazioni, in modo da uniformare le richieste con parametri utili alla finalità con cui vengono installati i caricatori».
La finestra temporale è uno degli aspetti che richiede una modifica urgente affinché gli incentivi siano efficaci…
«Assolutamente. Finestre temporali così ristrette hanno molto poco senso. Gli incentivi devono durare 2 o 3 anni per dare una garanzia solida a chi investe. Oltre a questo, io ribadisco: quando il Governo decide di stanziare i fondi il decreto attuativo deve essere praticamente contemporaneo. Quest’anno, attraverso la richiesta di un altro emendamento, vogliamo portare avanti anche il tema dell’utilizzo di energie rinnovabili come fonte di alimentazione dei veicoli elettrici nel settore dei trasporti: mi riferisco al riconoscimento di certificati di emissione in consumo, i CIC, che oggi sono riconosciuti solo ai biocarburanti e ai carburanti fossili tradizionali. Questo è già previsto dalla direttiva europea, sarebbe una procedura a costo zero per lo Stato, ma sono previsti 2 anni per recepirla. Noi spingiamo affinché il riconoscimento sia già attivo da quest’anno, il che potrebbe contribuirebbe a rendere ancora più competitiva la mobilità elettrica. Un altro punto su cui lavoreremo è la questione che riguarda la tassazione della ricarica domestica dei dipendenti, tutto sommato semplice da risolvere. Lo Stato può decidere di togliere la tassa sulla ricarica offerta come benefit dall’azienda, oppure, per par condicio, dovrebbe iniziare a tassare anche i buoni carburante. Il nostro approccio è sempre stato votato alla pluralità tecnologica, consentendo cioè una scelta libera e fornendo tutti gli strumenti per scegliere consapevolmente».
A questo link l’articolo completo pubblicato su E-Ricarica di gennaio/febbraio 2024