Acea: in Europa necessari 7 milioni di caricatori entro il 2030 per il target Fit for 55
L’European Automobile Manufacturers’ Association ha accolto positivamente il voto con cui il Parlamento europeo ha sancito il termine della produzione di motori endotermici entro il 2035. Tuttavia, attraverso la voce del direttore generale di Acea, Eric-Mark Huitema, l’associazione ha lanciato un campanello d’allarme relativo agli obiettivi sulle infrastrutture di ricarica necessarie per agevolare la transizione energetica e raggiungere gli obiettivi fissati dal pacchetto Fit for 55 (a questo link maggiori dettagli).
«Un rapido aumento delle infrastrutture di ricarica è fondamentale per decarbonizzare il trasporto su strada», ha affermato Huitema. «Serve una rapida adozione di questo importante regolamento per inviare il segnale giusto ai mercati. Ma la posizione del Consiglio europeo sull’Afir semplicemente non garantisce i livelli minimi di infrastruttura che saranno necessari ai produttori di veicoli per raggiungere i loro obiettivi sulla riduzione di CO2».
I numeri previsti dall’Alternative Fuels Infrastructure Regulation (Afir), ovvero dal documento che i 27 Stati membri prenderanno in considerazione per fissare i propri obiettivi, secondo Acea sono sottostimati: sono previsti ad esempio 3,9 milioni di caricatori contro i 7 milioni necessari, una quota di stazioni di ricarica pubblica del 40% contro il 60% necessario per soddisfare la richiesta e una potenza media di 185 kW contro i 104 kW previsti per le stazioni di ricarica veloce.
Acea (a questo link le stime nel dettaglio) è contraria anche all’adozione di misure troppo flessibili a livello europeo: il 70% delle strutture di ricarica sono centralizzate in soli 4 Paesi: «Consentire agli Stati membri di applicare regole diverse sulla distribuzione delle infrastrutture aggraverebbe questo distacco», prosegue Huitema. «Questo dovrebbe essere evitato a tutti i costi, in quanto disincentiverebbe i consumatori dal passare a propulsori alternativi e ostacolerebbe i viaggi all’estero».