Auto elettriche: in Italia a febbraio immatricolazioni a +39,8% (vs febbraio 2024)
Le immatricolazioni di auto elettriche in Italia continuano a crescere. A confermarlo i dati divulgati da Motus-E che fotografano un mese di febbraio in crescita del 39,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con una quota di mercato al 5% (a febbraio 2024 si attestava al 3,4%). Nel primo bimestre 2025 le auto elettriche registrate nella Penisola sono 13.646, in aumento del 73,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con una market share di poco superiore al 5%, in progresso rispetto al 2,7% del periodo gennaio-febbraio 2024. Al 28 febbraio, il parco circolante elettrico in Italia risulta composto da 289.186 auto. Considerando tutte le alimentazioni, il mercato auto italiano segna a febbraio una contrazione del 6,3% a 138.469 unità immatricolate e una frenata del 6,1% nei 2 mesi a quota 272.581 registrazioni.
«Il miglioramento dei numeri italiani beneficia ancora degli ordini effettuati nei mesi scorsi e il confronto tendenziale è influenzato dal debolissimo avvio del 2024, per l’effetto ‘attesa’ dei vecchi incentivi», ha commentato il presidente di Motus-E, Fabio Pressi. «Tuttavia, al netto del perdurare del preoccupante ritardo rispetto all’Europa, i dati offrono alcuni spunti che meritano di essere approfonditi. In primo luogo stiamo iniziando ad assistere all’arrivo sul mercato di tanti nuovi modelli elettrici entry level, che in prospettiva potrebbero consentire a un crescente numero di italiani di abbracciare questa tecnologia e tastarne con mano i vantaggi. Parallelamente, si cominciano a osservare i primi riflessi positivi della revisione dei fringe benefit sulle immatricolazioni full electric, a riprova dell’importanza di valorizzare ulteriormente il canale delle flotte aziendali per l’elettrico, anche nell’ottica di mettere in moto un importante mercato dell’usato. Ora gli occhi sono puntati al piano d’azione Ue sull’automotive che sarà presentato mercoledì dalla Commissione – conclude Pressi – l’auspicio è che arrivino finalmente le risposte necessarie al settore per poter puntare con forza sull’innovazione e rilanciare così la propria competitività. Occorrono interventi coraggiosi sia sul fronte della domanda che dell’offerta, evitando ambiguità e incertezze che finirebbero per penalizzare gravemente industria, lavoratori e consumatori».