Come evolvono le stazioni di rifornimento grazie all’e-mobility
Dagli stalli passanti alle pensiline fotovoltaiche: come stanno cambiando le stazioni di ricarica sulle dorsali ad alta percorrenza e quali sono le difficoltà burocratiche e le lacune normative che ne rendono meno agile lo sviluppo
di Federica Musto
A inizio ‘900, quando le prime automobili hanno cominciato a comparire sulle strade, il carburante veniva venduto in latta in quei negozi che, fino a poco tempo prima, avevano distribuito il petrolio per le lampade domestiche: le farmacie. Con il tempo e l’aumentare delle automobili in circolazione la tecnologia per il rifornimento iniziò ad evolvere velocemente, passando dapprima a dei carrelli mobili provvisti di leva e poi ai serbatoi interrati e le pompe di benzina in superficie che tuttora – salvo i necessari miglioramenti voluti dal tempo, come l’introduzione delle pompe elettriche avvenuta negli anni ‘30 – si utilizzano ogni qual volta ci si ferma a un distributore di carburante per fare il pieno. Con l’avvento dei veicoli elettrici e la loro sempre maggiore distribuzione, si sono diffuse le stazioni per veicoli elettrici e anche queste, con il tempo, hanno subito una forte variazione in termini di progettazione, design e potenza.
Nuovi standard di fruizione
È notizia recente l’arrivo in Italia di Fastned, Cpo nato in Olanda che, dopo aver contribuito ad ampliare la rete di infrastruttura per la ricarica in alcuni dei Paesi europei in cui la mobilità elettrica ha avuto una più semplice e veloce diffusione, Regno Unito, Francia, Germania e Svizzera), nel 2024 realizzerà la sua prima stazione di ricarica autostradale italiana grazie a una partnership siglata con il Gruppo A4 Holding Spa, concessionario della tratta della A4 tra Brescia e Padova. Caratteristica peculiare delle stazioni di ricarica realizzate da Fastned è l’essere drive-through, ovvero con un design simile ai distributori di carburanti delle grandi arterie: come per i benzinai autostradali, i veicoli raggiungono l’infrastruttura seguendo il senso di marcia, ricaricano ad alta potenza presso lo stallo e ripartono imboccando una corsia di uscita dall’area di sosta. Le installazioni Fastned sono inoltre riconoscibili per le tipiche pensiline fotovoltaiche, aventi una particolare forma geometrica “a zig zag” che, oltre a fungere da copertura, forniscono una parte dell’energia necessaria grazie a una copertura fotovoltaica. Dunque oggi la tendenza è verso un’area di servizio per la ricarica posta a servizio di una strada ad alta percorrenza, che propone una ricarica ad altissima potenza – dunque estremamente veloce 20-25 minuti –, sviluppata con design “passante”, ovvero evitando al conducente dell’auto di effettuare delle vere e proprie manovre di parcheggio, ma semplicemente una sosta sullo stile di uno stop and go presso location circondate da point of interest dalla fruizione veloce, come bar e fast food. Ma anche l’infrastruttura di ricarica non è nata fin da subito sullo stile del benzinaio autostradale.
Agli albori della mobilità elettrica le colonnine di ricarica pubbliche erano ovviamente molto meno diffuse, per lo più posizionate in città – nei parcheggi pubblici o in quelli dei supermercati – e avevano una potenza ridotta, anche in funzione delle necessità delle vetture in circolazione. Si trovavano colonnine in corrente alternata con potenza fino a 22 kW o le prime Fast con potenza fino a 50 kW. Le prime colonnine autostradali risalgono al 2013 e si trovavano all’interno dell’Autogrill di Villoresi Est, sulla A8 Milano-Laghi. Si trattava, appunto, di una fast da 50 kW e una 22 kW realizzate grazie alla partnership tra eV-Now!, Loginet e Nissan. Nel 2014 Tesla realizza i primi due Supercharger negli Autogrill di Dorno Est e Ovest, sulla A7 Milano-Serravalle. Si trattava di sei colonnine per area di sosta, con una potenza massima disponi- bile di 135 kW, all’epoca tecnologia d’avanguardia, ma fruibili esclusivamente dai veicoli Tesla. Nei 9 anni successivi le cose sono cambiate moltissimo. Sono arrivati numerosi nuovi player e tecnologie sempre più performanti con colonnine capaci di raggiungere 300-400 kW di potenza, garantendo una ricarica dal 20 all’80% in solo 15-20 minuti.
E si sono diversificate le caratteristiche dell’area di ricarica in base alle necessità dell’utente che andranno a soddisfare. Se da un lato sopravvivono in città le tradizionali colonnine in AC sempre più numerose nei parcheggi pubblici e nei pressi di punti di interesse, dall’altro si sono diffuse nume- rose colonnine Hpc in punti strategici della città e sempre più spesso – grazie ai numerosi accordi nel tempo siglati tra i Cpo e le società proprietarie dei distributori tradizionali di carburante – all’interno dei benzinai stessi. Ne sono esempio gli accordi tra IP e Atlante e tra Enel X Way e Q8, che permettono agli utenti elettrici di trovare sempre più spesso colonnine all’interno delle aree di servizio tradizionali.
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