Europa a quota 950mila charging point pubblici, oltre 7,5 milioni quelli privati (dati ChargeUp Europe)
Alla fine del primo trimestre del 2025, l’Unione Europea contava circa 950.000 punti di ricarica pubblici, una rete che ha visto una crescita del 1.660% rispetto al 2015 e un’espansione di oltre 4,5 volte dal solo 2020. Nei prossimi dieci anni, la rete pubblica dovrebbe più che raddoppiare, superando i 2,2 milioni di punti entro il 2035, con una progressiva prevalenza di colonnine DC ad alta potenza. Qusti sono i numeri raccontati all’interno dello State of The Industry 2025 pubblicato dall’associazione ChargeUp Europe (a questo link è disponibile il report completo).
La diffusione delle stazioni HPC (≥150 kW) è emblematica del salto di qualità dell’infrastruttura: nel 2024, in Europa se ne contavano oltre 64mila, con Germania, Francia e Svezia ai vertici per volumi assoluti. Il tasso di crescita annuo supera il 250%, con picchi oltre il 400% in mercati emergenti come Romania e Lussemburgo. A livello medio in UE, si contano 83 veicoli elettrici per ogni punto Hpc.
Nel nostro Paese, la rete pubblica ha beneficiato di un’espansione significativa, ma resta ancora sotto la media europea per densità: nel 2024 si contavano meno di 150 punti ogni 100mila abitanti, contro una media UE di 193. Tuttavia, si registrano segnali incoraggianti: la crescita annua delle installazioni è costante, e l’adozione di colonnine fast sta aumentando, grazie anche a nuovi hub di ricarica ad alta potenza in contesti urbani e autostradali. Secondo il report, un ulteriore slancio potrebbe arrivare da una semplificazione normativa e da una pianificazione più efficace a livello locale, sulla scorta del modello svedese.
Se in Europa la ricarica pubblica cresce, quella privata domina in assoluto per volumi. Al termine del 2024, in UE risultavano attivi circa 7,5 milioni di punti privati, pari a oltre il 90% del totale. Il 2035 segnerà un traguardo ancora più ambizioso: si prevede che i dispositivi privati toccheranno quota 37 milioni, di cui l’85% in ambito residenziale. Le abitazioni monofamiliari offrono ancora il contesto più favorevole all’installazione, ma crescono anche le soluzioni per condominii e aziende, con l’introduzione di strumenti di gestione dinamica dei carichi e rendicontazione individuale dei consumi.
In Italia, le dinamiche della ricarica privata si stanno lentamente allineando a quelle europee, trainate soprattutto da installazioni domestiche. Secondo il report, il nostro Paese si colloca a metà classifica per capacità installata per veicolo elettrico, con una media di circa 6,2 kW per Bev nel 2024, superiore al requisito minimo AFIR ma inferiore alla media UE di 7,1 kW. Il mercato nazionale ha ancora ampi margini di sviluppo, in particolare nel settore condominiale e aziendale, dove barriere burocratiche e frammentazione normativa rallentano gli investimenti.
I dati di crescita del parco circolante confermano che l’infrastruttura, pur in modo disomogeneo, regge il passo della domanda. Al 2024, in Europa circolavano oltre 10,6 milioni di EV, con una crescita del 52% su base annua. Solo nel primo trimestre del 2025, sono stati immatricolati oltre 900mila veicoli elettrici, e uno su cinque tra i nuovi mezzi venduti è completamente elettrico. Per la prima volta, le vendite di Bev superano quelle di ibridi plug-in, segno di una maggiore fiducia da parte dei consumatori. Le proiezioni indicano che entro il 2030, il 14% dell’intero parco auto europeo sarà elettrico, percentuale che salirà al 30% nel 2035. La traiettoria italiana è più cauta, ma beneficia di un quadro incentivante che include bonus fiscali, sconti per l’installazione di wall box e iniziative regionali. La sfida sarà tradurre queste misure in una crescita costante e strutturale, anche attraverso il rinnovo delle flotte aziendali e pubbliche.
«Mentre l’Europa guarda a trasformare il suo sistema energetico e a rafforzare il suo modello economico, l’importanza strategica della mobilità elettrica non può essere sottovalutata. Essa non è solo centrale per il raggiungimento dei nostri obiettivi climatici, ma anche per garantire la nostra sovranità economica. Con l’accelerazione della corsa globale alla decarbonizzazione del trasporto, l’Europa deve agire con determinazione per guidare — non per inseguire». ha dichiarato Tsvetelina Penkova, Vice-Chair of the Committee on Industry, Research and Energy Member of the European Parliament. «Il rapporto di quest’anno sullo stato del settore, pubblicato da ChargeUp Europe, offre una riflessione essenziale sui progressi fatti e sulla strada ancora da percorrere. Abbiamo già campioni europei, soprattutto in settori come il software e l’hardware per la ricarica, che sono leader a livello mondiale. Queste aziende rappresentano la capacità innovativa dell’Europa e devono essere sostenute — non solo celebrate. Rafforzare la loro posizione è fondamentale per mantenere la nostra competitività e per garantire che la transizione verde venga fatta in Europa, dall’Europa e per l’Europa. Dobbiamo investire con coraggio nelle nostre tecnologie domestiche per ridurre le dipendenze, aumentare la resilienza e raggiungere l’autonomia strategica. Il mandato precedente ha gettato una solida base con l’adozione del Regolamento sulle infrastrutture per combustibili alternativi, della legge sulle materie prime critiche e della legge sull’industria a emissioni zero. Sono stati passi importanti, ma sono solo l’inizio di ciò che dobbiamo fare. Guardando avanti, il Clean Industrial Deal deve diventare la pietra angolare della nostra strategia industriale, assicurando che innovazione, sostenibilità, forza economica e posti di lavoro di qualità ben retribuiti vadano di pari passo. Non limitiamoci a far parte del cambiamento: guidiamolo».