Governo: stop alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura (anche per le colonnine)
Con il decreto legge n. 11 del 16 febbraio 2023, il Governo ha bloccato la cessione dei crediti e lo sconto in fattura con effetto immediato. Con un apposito decreto-legge è stata modificata “La disciplina riguardante la cessione dei crediti d’imposta relativi a spese per gli interventi in materia di recupero patrimonio edilizio, efficienza energetica e ‘Superbonus 110%’, misure antisismiche, facciate, impianti fotovoltaici, colonnine di ricarica e barriere architettoniche. Dall’entrata in vigore del decreto, con l’eccezione di specifiche deroghe per le operazioni già in corso, non sarà più possibile per i soggetti che effettuano tali spese optare per il cosiddetto sconto in fattura né per la cessione del credito d’imposta. Inoltre, non sarà più consentita la prima cessione dei crediti d’imposta relativi a specifiche categorie di spese; resta invece inalterata la possibilità della detrazione degli importi corrispondenti”, si legge nel comunicato stampa rilasciato dal Governo (disponibile a questo link).
Pertanto per i nuovi interventi, inclusa appunto l’installazione di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici non sarà più possibile ricorrere alla cessione del credito o allo sconto in fattura. Inoltre non sarà possibile l’acquisto di crediti da parte di enti pubblici, che negli ultimi tempi avevano manifestato interesse in questo senso. Dal 17 febbraio quindi rimarranno tutte le forme di bonus però solo nella forma di detrazione di imposta. L’obiettivo del Governo, spiega il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti è «risolvere il nodo dei crediti, arrivati ormai a 110 miliardi, e mettere in sicurezza i conti pubblici».
Il decreto affronta anche il nodo della responsabilità solidale dei cessionari, che viene esclusa per chi è in possesso di tutta la documentazione relativa alle opere. Questo per eliminare le incertezze che hanno frenato tanti intermediari dall’assorbire questi crediti. Secondo il ministro Giorgetti, «l’intervento si è reso necessario per bloccare gli effetti di una politica scellerata che è finita per costare a 2mila euro a ciascun italiano. Ora l’urgenza è riattivare la possibilità per gli intermediari nell’acquisto di questi crediti rimasti incagliati».
Di qui l’appello alle banche per un’azione di sistema che permetta di far ripartire le cessioni dei crediti. Il ministro Giorgetti ha aggiunto che il Governo farà il possibile per aiutare le imprese edili. Per questo per lunedì 20 febbraio è previsto un incontro con le associazioni di categoria a Palazzo Chigi.