Interoperabilità, semplicità di utilizzo, e capacità di soddisfare le diverse esigenze dell’utenza sono i cardini della strategia dell’azienda nell’ambito della mobilità elettrica «Nel prossimi 18 mesi intendiamo raddoppiare la nostra presenza di colonnine sul territorio» conferma Cristian Fabbri, amministratore delegato della società che appartiene al Gruppo Hera
di Antonio Allocati
Il Gruppo Hera, nato nel 2002, è una delle multiutility di riferimento e con più forte radicamento territoriale nel nostro Paese. Forte di un bilancio 2020 che ha registrato ricavi a 7.070 milioni di euro, in crescita del 2,4% rispetto al precedente anno, l’azienda sulla spinta di un piano industriale in forte crescita mantiene una posizione di rilevo nei principali business in Italia, a partire dal settore energia. Hera Comm, con sede a Imola (Bologna) è la società del gruppo che segue le attività di vendita di gas ed energia elettrica e che vanta al proprio interno una divisione dedicata alla mobilità elettrica. Cristian Fabbri, amministratore delegato di Hera Comm, in questa intervista, illustra la visione e le strategie aziendali proprio in ambito e-mobility.
«Ci siamo inseriti in questo settore già con le prime progettazioni sperimentali che sono partite 10 anni fa circa» afferma Fabbri. «E negli anni, abbiamo sviluppato una Business unit dedicata che ha come obiettivo proprio quello di agevolare l’utilizzo e lo sviluppo dell’e-mobility su vasta scala, attraverso una strategia di offerta multibusiness e di soluzioni che siano il più possibile su misura per il cliente finale. La nostra azienda che serve circa 4 milioni di punti di fornitura tra gas e luce, ha avviato da tempo un percorso per aiutare e guidare i clienti verso azioni concrete in tema di sostenibilità ambientale e invitarli ad azioni consapevoli che siano tutte orientate al rispetto per l’ambiente. La mobilità elettrica si inquadra dunque pienamente in questo percorso.
Hera Comm come si configura oggi nel mercato della mobilità elettrica?
«Nella ricarica pubblica ci proponiamo sia come Charging Point Operator sia come Mobility Service Provider. Nel primo caso, gestiamo e sviluppiamo la nostra rete per i veicoli elettrici mettendo a disposizione le stazioni di ricarica anche ad altri provider del servizio. Tra questi ci siamo anche noi perché diamo strumenti e assistenza ai nostri clienti per ricaricare sfruttando un ampio network, costituito da colonnine nostre e di altri operatori. Inoltre, offriamo un portafoglio di prodotti e soluzioni per la mobilità sostenibile in ambito privato, tra cui i sistemi di ricarica, ma anche le bici ed i monopattini elettrici».
Quali sono i punti cardine della vostra strategia commerciale?
«La nostra strategia è finalizzata ad aiutare e seguire i nostri clienti puntando alla massima semplificazione nel percorso verso la mobilità elettrica. Questo è l’obiettivo che ci poniamo, sia dal punto di vista dei prodotti e dei servizi, sia per tutto ciò che riguarda la fase post vendita. Ad esempio per quanto riguarda la ricarica pubblica consentiamo al cliente di trovare, attraverso l’app dedicata, la colonnina più vicina. Inoltre, tramite la nostra Rfid Card, è possibile ottenere ovunque l’energia elettrica per il proprio veicolo. Diamo la possibilità di ricaricare il mezzo al medesimo prezzo, sia per la ricarica Quick sia per la Fast. Per quanto concerne la clientela privata, grazie ai prodotti con funzione di Smart Charging, l’utente finale può gestire l’energia della ricarica senza dover richiedere un aumento di potenza. Il nostro cliente può scegliere se acquistare la Wall box ad accesso libero, oppure con sblocco tramite Rfid Card. In tutti i casi, il dispositivo potrà essere pagato in maniera rateizzata direttamente in bolletta».
Chi sono i clienti di Hera Comm nell’e-mobility?
«Tutti. Dai privati agli enti locali e alle amministrazioni pubbliche, per arrivare alle aziende che non soltanto vogliono inserire nella propria flotta dei veicoli green, ma che abbiano al proprio interno dipendenti provvisti di auto elettriche e abbiano la necessità di ricaricare i mezzi».
Il business della mobilità elettrica è in crescita per Hera Comm?
«Sì, lo è da anni e parallelamente all’incremento delle vendite di veicoli elettrici sul mercato italiano: basti pensare che dalle 3mila immatricolazioni di auto elettriche registrate nel 2016 siamo passati alle 60mila del 2020. Quest’anno siamo già sopra le 80mila immatricolazioni ed è quindi facile comprendere quanto sia forte e costante il trend di crescita, il cui effetto si vede anche nei nostri indicatori di vendite e consumi dei clienti».
Quante tipologie di colonnine avete nella vostra offerta?
«Molteplici. Andiamo dalle classiche wall box per i clienti privati, alle colonnine fast e quick per la rete di ricarica pubblica. A oggi [fine ottobre, ndr], il dato aggiornato parla di oltre 160 colonnine installate, prevalentemente nei nostri territori di riferimento, ovvero l’Emilia-Romagna, il Friuli Venezia Giulia e qualche provincia del Veneto. Nell’arco dei prossimi 18 mesi prevediamo però di raddoppiare il numero, e arrivare a quota 300 colonnine installate anche in altre zone del territorio italiano».
Chi vi fornisce le colonnine?
«Non c’è un solo fornitore ma le acquistiamo da diversi costruttori e le brandizziamo. In questo modo, con la continua accelerazione della tecnologia, possiamo garantire ai nostri clienti il miglior prodotto, in termini di affidabilità, ampiezza e profondità di funzioni e semplicità di utilizzo. Ogni nuova installazione che effettuiamo è fatta scegliendo sempre l’ultima tecnologia disponibile sul mercato, che sia ovviamente sempre compatibile con il parco auto già circolante».
La mobilità elettrica è in espansione anche nel nostro Paese. Anche se – ad esempio secondo i recenti dati ACEA – l’Italia si colloca in una fascia intermedia per numero di colonnine installate a livello europeo. Dal suo punto di vista quali sono le problematiche da risolvere per dare una spinta ulteriore al settore?
«Di certo l’interoperabilità è uno dei nodi più urgenti da sciogliere, un elemento che considero decisivo nell’ottica di uno sviluppo forte del mercato. Noi cerchiamo di sposare questa linea con tutti gli operatori esistenti sul mercato. Ma ci sono altri fattori che devono costituire una priorità: mi riferisco ai tempi di allacciamento delle colonnine alla rete elettrica che devono essere assolutamente abbreviati, alla difficoltà che spesso si incontrano per individuare le zone dei Comuni dove possano coesistere le colonnine di ricarica e i tradizionali parcheggi. Poi, ovviamente, un altro grande tema riguarda le installazioni nelle autostrade che, giocoforza, richiedono livelli di potenza notevoli ma che sono anch’esse necessarie. In ogni caso, parlo per esperienza personale, nelle zone che conosco come quella dell’Emilia-Romagna la capillarità di colonnine ha raggiunto un livello soddisfacente e garantisce un servizio efficace alla clientela finale».
Quindi siete favorevoli ad accordi di interoperabilità con altre aziende che gestiscono servizi di mobilità elettrica?
«Certamente. Per promuovere e favorire ulteriormente lo sviluppo della mobilità elettrica nel nostro Paese, oltre a puntare sulla nostra offerta commerciale, abbiamo infatti stretto diversi accordi di interoperabilità bidirezionale con altri 30 operatori oltre a essere presenti sulla piattaforma Hubject che consente ai clienti di tanti altri provider, sia italiani che esteri, di accedere alle nostre colonnine».