L’evoluzione di Daze: efficienza e tecnologia user friendly
Un restyling totale del marchio, una gamma di prodotti completamente nuova e pensata per soddisfare le esigenze di un utente finale sempre più attento al design e al rapporto qualità/prezzo. «È stata un’evoluzione in termini di semplificazione che è partita dal logo e dal nome, ma che ha avuto anche un corrispettivo nello sviluppo dei nuovi prodotti» spiega Andrea Daminelli, Ceo e co-fondatore di Daze, che nell’intervista racconta come l’azienda continuerà a crescere grazie a un’attenzione costante nel supporto agli installatori, all’espansione all’estero e allo sviluppo di nuove soluzioni hardware e software
di Matteo Bonassi
Addio DazeTechnology. Benvenuta Daze, azienda giovane, dinamica ma con alle spalle un’esperienza già significativa nel settore dell’e-mobility, tanto da anticiparne le tendenze e intuire la necessità di un nuovo approccio in termini di brand identity e product placement. «La storia di Daze parte da lontano. Il nostro primo caricatore è stato infatti progettato e lanciato nel 2019» spiega Andrea Daminelli, Ceo e co-founder di Daze. «Già in fase di progettazione era stato concepito per evolvere nel tempo, l’abbiamo migliorato fino a raggiungere il massimo che era possibile ottenere con quella tecnologia. Da qui, l’esigenza di sviluppare un nuovo ev-charger progettato facendo tesoro dell’esperienza maturata sul mercato, un know-how che ci ha consentito di aver ben chiare quali fossero le esigenze dei clienti, le criticità per gli installatori e non solo per l’Italia: grazie all’esperienza maturata anche sui mercati esteri siamo partiti con la progettazione di una stazione di ricarica che potesse, ad esempio, soddisfare anche le esigenze dei mercati spagnolo o francese». Questo il punto di partenza per continuare a spingere sull’in- novazione e su un nuovo approccio all’utente finale: lo scorso marzo il lancio del nuovo logo e l’annuncio di una gamma di prodotti inedita, disponibile nel corso dell’estate, che rappresenta un vero e proprio step evolutivo rispetto al passato.
Quali sono gli elementi che caratterizzano i nuovi ev-charger Dazebox?
«Nel 2021 abbiamo iniziato a lavorare alla nuova gamma di sistemi di ricarica: il principale elemento di stacco rispetto al passato doveva essere il design, che per Daze è stato da sempre una priorità. Era necessaria un’evoluzione sotto questo aspetto, dettata soprattutto dalle nuove esigenze del cliente finale che approccia l’elettrico. Mentre nel 2019 la nostra prima Dazebox aveva delle linee fortemente legate all’automotive, ed era stata pensata principalmente come un accessorio per auto, con questa nuova linea abbiamo voluto intercettare un trend differente, abbiamo quindi realizzato un oggetto studiato per sposarsi perfettamente con l’ambiente domestico, con un design più orientato ai complementi d’arredo e assoluta- mente compatibile con quello di altri elettrodomestici presenti nell’abitazione. Questo perché la nostra visione futura è legata a un’ipotetica casa di domani in cui i dispositivi per ricaricare l’auto saranno un elettrodomestico indispensabile».
Come avete scelto il nuovo logo?
«Il passaggio da DazeTechnology a Daze è stato piuttosto naturale: un nome più breve, più facile da memorizzare. È stata un’evoluzione in termini di semplificazione che è partita dal logo e dal nome dell’azienda, ma che ha avuto anche un corrispettivo nello sviluppo dei nuovi prodotti. Prendiamo ad esempio la nostra nuova Dazebox Home, modello d’ingresso della nuova gamma: ha un display Lcd che indica in maniera chiara a che potenza l’auto sta caricando e quanto ha ricaricato. Sono informazioni indispensabili fornite in modo semplice e chiaro. Abbiamo adottato colori accesi con un logo minimal ma facilmente riconoscibile che riassume perfettamente il nostro approccio al mercato».
Da quali esigenze è stata dettata la necessità di un rebranding aziendale?
«Questo nuovo approccio al prodotto ha richiesto una rivoluzione anche in termini di comunicazione. Il restyling è stato necessario per avvicinare Daze all’utente finale, con una comunicazione più improntata alle persone e all’utilizzo che fanno del prodotto. Abbiamo così annunciato un nuovo brand, che è coinciso con un nuovo stile comunicativo e con un gamma di ev-charger rinnovata. L’obiettivo principale era quello di differenziarci sul mercato anche grazie a un’immagine inedita, più fresca e in grado di comunicare da subito l’approccio di un’azienda giovane e dinamica».
Chi sono i vostri clienti principali?
«I distributori di materiale elettrico, un canale che, per funzionare in maniera efficace, impone di rispettare la filiera senza generare squilibri. Prevediamo a breve il lancio di un nuovo sito e-commerce che però verrà strutturato più come vetrina prodotto. Sul portale infatti manterremo sempre i prezzi pieni di listino, favorendo così l’acquisto dei prodotti attraverso i nostri partner nella massima trasparenza. Oggi collaboriamo con tutti i più noti distributori presenti sul territorio, in modo da assicurare ai nostri prodotti una presenza capillare. Oltre a questo abbiamo una rete agenti dedicata che cura il rapporto con il canale».
Come gestite invece il rapporto con gli installatori?
«Gli installatori sono un altro cardine della nostra strategia. Per noi formazione, supporto e dialogo con chi monta il nostro prodotto presso l’utente finale è una priorità. Infatti abbiamo un supporto tecnico attivo tutti i giorni a loro dedicato. Daze può contare anche su un team di installatori partner su cui investiamo continuamente in termini di formazione, dedicando delle giornate ad hoc. È un progetto che abbiamo iniziato a seguire dalla fine dello scorso anno, siamo arrivati a un buon numero di professionisti coprendo buona parte dell’Italia, ma l’obiettivo è quello di allargare ulteriormente la platea. A livello generale gli installatori pre- senti sul territorio sono abbastanza numerosi. Non è però così scontato trovare realtà che vogliano essere formate per approcciare questo settore seguendo determinate modalità. Dalla nostra esperienza possiamo confermare che dedicando energie a questo canale e curando la comunicazione si ottengono ottimi risultati. A questo proposito abbiamo intenzione di realizzare nuovi video tutorial proprio per spiegare i dettagli tecnici dei nostri prodotti e i vantaggi che le nostre Dazebox sono in grado di garantire anche a chi le installa».
Come è composta la vostra nuova line-up?
«Lanceremo a breve una nuova Dazebox declinata in tre versioni differenti: Home, Share e Pro, destinate a target di utilizzo diversi. La Home è un dispositivo dall’ottimo rap- porto qualità/prezzo. È una wall box connessa (supporta Wi-fi e Bluetooth) con display Lcd che consente di visualizzare tutte le principali informazioni riguardo allo stato della ricarica, oltre a supportare la ri- carica autenticata tramite Rfid card. Il modello Share è pensato per la ricarica condivisa: sarà infatti possibile collegare fino a 100 stazioni collegate alla stessa rete, bilanciando automaticamente i carichi in base al numero di veicoli connessi. Il modello Pro è il top di gamma e prevede l’utilizzo di uno schermo touch trami- te cui è possibile gestire tutte le funzionalità dell’ev-charger. Oltre a queste novità manterremo a catalogo DazeBox C come soluzione entry level, che ci consentirà così di proporre una gamma completa per rispondere a diverse tipologie di utente. Tutta la nuova gamma Daze è pensata per futuri upgrade: nel 2024 ad esempio abbiamo in programma di sviluppare un protocollo a supporto della Chain 2 per mettere in contatto diretto stazione di ricarica e contatore, facendo in modo che la funzione di power management venga gestita automaticamente. Altre implementazioni riguarderanno il dialogo tra caricatore e veicolo, con una serie di sviluppi già programmati per i prossimi 4/5 anni che ci consentiranno di aumentare notevolmente la longevità del prodotto. In ottica futura, un altro elemento che riteniamo strategico è lo sviluppo delle funzionalità V2H (Vehicle to home), quindi la possibilità di abilitare una serie di feature che consentano all’utente di utilizzare la batterie del veicolo per alimentare la propria casa».
Quali sono gli aspetti che caratterizzano il vostro approccio al mercato dell’e-mobility?
«Una delle caratteristiche peculiari di Daze è la verticalità. Siamo infatti un produttore con- centrato solo ed esclusivamente sui sistemi di ricarica, quindi tutti i software, le app e le piattaforme che implementiamo sono sviluppati internamente e ad hoc per i nostri prodotti, con protocolli proprietari. Non si tratta quindi di adattamenti di standard terze parti. Questo perché crediamo che, per rimanere tra i player di riferimento di questo settore, sia necessario avere il pieno controllo sia della parte hardware, ma soprattutto della parte software, che è indispensabile per offrire ai nostri clienti un portafoglio di servizi sempre più ricco, aggiornato e in grado di rispondere alle diverse esigenze. Altro fattore che ci contraddistingue è un’attenzione particolare per il rapporto qualità/prezzo: lavoriamo molto in fase di progettazione per garantire una serie di funzionalità mantenendo, contemporaneamente, un retail price concorrenziale. Gli ev-charger non sono prodotti propriamente economici e il tema del prezzo, se si vogliono fare volumi importanti, non può essere tralasciato».
Quali sono i vostri obiettivi di crescita?
«Lo scorso anno abbiamo venduto circa 10mila caricatori in Italia. Per il 2023 abbiamo riscontrato una forte contrazione soprattutto da parte dei distributori. Del resto è un mercato che ha risentito di diversi fattori, ovvero la crescita esplosiva trainata dal Superbonus 110% e successivamente lo stop alla cessione del credito. A questo si è aggiunto anche il congelamento degli incentivi che, dopo essere stati annunciati, non sono mai entrati in vigore. Rispetto al 2022 l’azienda è molto più strutturata a livello commerciale, quindi l’obiettivo è quello di pareggiare o migliorare leggermente i risultati dello scorso anno. Quindi di superare i 10mila pezzi venduti anche per il 2023».
Nel corso dell’anno avete aperto una filiale in Spagna…
«Abbiamo un piano di espansione verso i mercati esteri e il primo step che abbiamo affrontato è stato quello di aprire una filiale spagnola, con sede centrale a Madrid, da cui seguiamo sia il mercato iberico sia il mercato portoghese. Si tratta di Paesi in cui il business legato agli ev-charger è molto competitivo, proprio perché ci sono diversi produttori che vi operano direttamente come territorio principale. È un mercato da cui stiamo imparando tanto, abbiamo 8 persone operative e stiamo consolidando una rete commerciale sul modello già implementato in Italia. Entro la fine del 2023 stiamo inoltre valutando l’apertura di una seconda filiale in Francia. A livello di distribuzione i nostri prodotti sono presenti anche in Paesi vicini all’Italia come la Slovenia, la Croazia e la Svizzera. Ma il nostro modello di business prevede di vendere il prodotto solo dove siamo presenti direttamente, questo perché siamo convinti che l’assistenza e il supporto alla filiera e agli installatori siano fondamentali per operare con successo».
Avendo una visione più “europea” del settore, quali sono le principali differenze tra il mercato italiano e gli altri Paesi?
«Facendo un paragone tra il mercato italiano e quello spagnolo/portoghese possiamo dire che quest’ultimo non ha ricevuto nessuno “scossone” dovuto a iniziative come il Superbonus 110% o altre simili. Si tratta di un mercato più acerbo ma che, rispetto all’Italia, sta crescendo in maniera più organica e consolidata. Siamo ancora lontani dai numeri del nostro Paese, ma la richiesta di prodotto è più costante. In Spagna ad esempio sono attivi degli incentivi sull’acquisto degli ev-charger, ma la cosa interessante è che il Governo ha stabilito un numero minimo di punti di ricarica per ogni nuova palazzina costruita e per ogni ristrutturazione: questo ha trainato parecchio le vendite di stazioni di ricarica private e delle colonnine».
Tornando all’Italia, in quale segmento di mercato prevedete di crescere maggiormente?
«In prospettiva crediamo che per il nostro business la crescita più importante arriverà dalla ricarica domestica e professionale, come ad esempio stazioni disponibili sul posto di lavoro oppure una ricarica quick presso strutture ricettive, alberghi e ristoranti. Nella nostra esperienza quotidiana vediamo che, al netto di coloro che non hanno la possibilità di installare una stazione di ricarica presso la propria abitazione, la maggior parte delle ricariche vengono effettuate a casa o in ufficio. Per noi, pensando alla tipologia di prodotti che offriamo saranno i bacini di utenza più importanti. A questo proposito abbiamo ulteriori novità in arrivo: entro la fine dell’anno lanceremo un nuovo prodotto che andrà ad affiancare Dazebox Share, più mirato all’utilizzo pubblico sempre in AC».
Quali sono le criticità che ancora ostacolano la crescita dell’e-mobility nel nostro Paese?
«A livello governativo l’Italia ha frenato sul tema dell’elettrico creando incertezza e confusione nei consumatori: una politica del dubbio che alla fine ha congelato il mercato, come accaduto ad esempio sul voto UE allo stop degli endotermici entro il 2035. Inoltre c’è il tema de- gli incentivi per l’acquisto di stazioni di ricarica, annunciati e poi mai attuati, con il risultato di paralizzare ulteriormente il mercato. Serve quindi un cambio netto e veloce di prospettive, con un Governo che decida di sostenere concretamente la transizione elettrica».
LA GAMMA DAZE
La nuova gamma di Daze è composta principalmente da un pro- dotto, la nuova Dazebox, declinata in tre versioni differenti:
- Dazebox Home integra all’interno un doppio relé che esente
dall’installazione di una bobina di sgancio, altrimenti obbliga- toria in Italia. Supporta ogni tipo di connettività ed è equipag- giata con un energy meter per monitorare i flussi di corrente. Include inoltre un lettore Rfid per la ricarica autenticata e inte- gra un ampio schermo Lcd che consente di controllare le in- formazioni principali sullo stato della ricarica: utile soprattutto perché, in presenza di sistemi di load balancing, è importante capire a quanto sta ricaricando l’auto, in particolare perché
il caricatore può essere collegato a un impianto fotovoltaico
oppure lavorare in link con altri ev- charger. - Dazebox Share è pensata per la ricarica è condivisa: ad
esempio presso grandi aziende con più ev-charger collegati allo stesso contatore. Supporta anche la connettività 4G, il protocollo OCPP e prevede la possibilità di integrare un me- ter MID certificato. - DazeBox Pro, oltre a includere le funzioni dei modelli Home e Share, è equipaggiata con schermo touch screen.
A questo link è disponibile E-Ricarica di giugno
A questo link è disponibile il nuovo sito di Daze