Ricarica in DC 30-90kW: bassa potenza, tante opportunità
L’offerta relativa agli ev-charger in DC a bassa potenza si sta rivelando uno dei segmenti più dinamici del mercato sia per l’utilizzo pubblico sia per il privato: costi di installazione contenuti e una ricarica sensibilmente più veloce rispetto ai sistemi in AC li rendono l’opzione perfetta per aziende, flotte, esercizi commerciali e parcheggi. Mentre il doppio formato, wall box o colonnina, garantisce la massima flessibilità per rispondere a diverse esigenze
La ricarica in DC, anche se consideriamo ev-charger con potenza contenuta intorno ai 30 o 40 kW, offre grandi vantaggi in termini di velocità se paragonata alle classiche wall box trifase in AC da 22 kW. Questo perché il dispositivo non deve “litigare” con il caricatore a bordo auto, un vero e proprio collo di bottiglia costretto a riconvertire la corrente da AC in DC quando collegato alla rete in Modo 3. Numeri alla mano, una wall box in DC da 25-30 kW con cavo CCS2 è in grado di ricaricare dai 120 ai 150 chilo- metri di autonomia in circa 60 minuti, a seconda del modello di auto. Questa caratteristica rende i dispositivi di ricarica in DC a bassa potenza, dai 30 ai 90 kW, particolarmente adatti alle location presso cui è prevista una sosta breve: parcheggi di esercizi commerciali, ristoranti, centri logistici, flotte aziendali, autonoleggi, officine e anche parcheggi ad accesso pubblico dove sia necessario ottimizzare la potenza messa a disposizione dalla rete.
Il polso del mercato
Nonostante i volumi siano lontani dalle performance dei dispositivi domestici, il mercato dei dispositivi in DC a bassa potenza negli ultimi mesi si è rivelato particolarmente frizzante, soprattutto perché consente ai produttori di raggiungere nuovi target e allargare il proprio bacino di clientela. «Growatt è stato tra i primi produttori a introdur- re sul mercato una gamma di wall box in DC a bassa potenza. È un segmento molto particolare che stiamo veicolando sia attraverso progetti specifici sia tramite la distribuzione tradizionale. Questo perché si tratta di un prodotto differente anche per tipologia di target e di applicazioni. Possiamo confermare che negli ultimi sei mesi il business legato a questa tipologia di offerta è cresciuto sensibilmente, anche se è complesso capire nel dettaglio quale sia il vero fattore trainante. Domanda e vendite sono aumentate: rispetto a due anni fa, quando è stata inserita la versione Thor da 40 kW, la maggior parte del venduto è avvenuta attraverso progetti specifici che abbiamo seguito direttamente, come ad esempio l’elettrificazione di flotte aziendali, mentre ultimamente il prodotto viene richiesto anche attraverso i nostri canali distributivi tradizionali. Questa tipologia di ev-charger è stata impiegata ad esempio per realizzare il progetto di elettrificazione di un’azienda che aveva in gestione dei noleggi auto presso gli aeroporti. Visto che la società aveva deciso di rinnovare parte della flotta utilizzando auto elettriche, era interessata appunto a una soluzione compatta da 40 kW che consentisse di effettuare il rifornimento energetico in tempi piuttosto brevi. Inizialmente le wall box sono state installate senza il collegamento a una piattaforma di gestione che è stata invece abilitata in un secondo step, affidandosi a un noto software di terze parti che consente appunto anche di rendicontare i pagamenti. Ovviamente la wall box Thor integra il protocollo OCPP quindi è un prodotto che garantisce il massimo della versatilità e piena compatibilità per agevolare qualsiasi esigenza».
A questo link l’articolo completo pubblicato su E-Ricarica di aprile