Sempre più Ev-Charger nel business di Senec
L’e-mobility si sta rivelando sempre più strategica per l’azienda guidata dal Ceo Vito Zongoli: «Quest’anno abbiamo venduto 7mila caricatori. Entro il prossimo contiamo di passare dai 6 ai 18 milioni di fatturato in questo ambito». In questo settore Senec è cresciuta grazie a prodotti smart in grado di sfruttare le sinergie con un impianto fotovoltaico. La strategia per il futuro punta sulle colonnine all’interno delle comunità energetiche e sull’offerta di pacchetti a 360° per l’autosufficienza energetica
di Matteo Bonassi
Senec è presente con la propria filiale in Italia dal 2017, ma è da circa 3 anni che al core business dell’azienda – guidato dalla vendita di sistemi di accumulo per il fotovoltaico – è stato affiancato quello della mobilità elettrica, con una serie di wall box dedicate alla ricarica domestica pensate per i mercati tedesco (dove Senec è nata nel 2009) e italiano. «Abbiamo combinato la nostra offerta di sistemi di storage con quella delle wall box domestiche, perché il dispositivo di ricarica è uno degli upgrade più richiesti quando i clienti acquistano un impianto fotovoltaico e la necessità che viene espressa più frequentemente è quella di poter ricaricare un’auto elettrica oggi oppure in futuro» spiega il Ceo di Senec Italia, Vito Zongoli. «Mentre in Italia il fotovoltaico è stato prevalentemente trainato dagli incentivi del Superbonus 110, in Germania ad esempio abbiamo constatato che chi ha scelto questa soluzione lo ha fatto proprio in un’ottica di indipendenza energetica a tutti gli effetti. Quindi nella maggior parte dei casi la volontà di integrare anche una wall box è strettamente legata al fatto di aver già pianificato l’acquisto di un veicolo elettrico». Oggi l’offerta di Senec include dispositivi di ricarica monofase e trifase: la soluzione monofase è stata dettata prevalentemente dalle esigenze del mercato italiano, in cui la maggior parte dei contatori è da 3,4 kW e quindi più adatta a questo taglio di potenza. «I charger sono presenti a catalogo dal 2020, ma ogni anno la domanda continua ad aumentare».
Come è composta la vostra offerta di wall box?
«Il nostro catalogo include due modelli, la Senec.Wall box pro e la Senec.Wall box dpm, quest’ultima disponibile in 3 versioni. La dpm standard è una wall box in monofase con potenza da 2,3 a 7,4 kW, che può essere raggiunta su richiesta del cliente grazie ad un upgrade a opera di un installatore. Abbiamo poi la dpm 2 e dpm 3 con potenza da 7,4 a 22 kW. La seconda si differenzia per la presenza di uno schermo Lcd e per la possibilità di attivare la ricarica multi-utente tramite Rfid Card, ideale per l’utilizzo in contesti condominiali. Infine abbiamo la Senec.Wall box Pro – da 4,6; 11 e 22 kW – che può modulare la ricarica in base all’energia prodotta da un eventuale impianto fotovoltaico».
A quale tipologia di target vi rivolgete?
«Ci rivolgiamo principalmente a cittadini privati che puntano alla massima autosufficienza energetica, affiancando ad un impianto fotovoltaico con accumulo anche una stazione domestica per la ricarica elettrica. Un pacchetto che per la nostra tipologia di clientela è diventato lo standard. I nostri clienti tipo sono spesso proprietari di villette familiari e bifamiliari che insieme ai pannelli hanno deciso di integrare un sistema di ricarica. A questi utenti si aggiungono, in misura però minoritaria, anche i condomini: in questo caso vengono spesso acquistate una o più wall box per soddisfare l’esigenza di diverse famiglie».
Come si collocano le vostre wall box nel mercato degli ev-charger?
«Sono prodotti intelligenti, quindi non parliamo di soluzioni entry level ma di dispositivi in grado di gestire funzioni avanzate, come ad esempio la gestione dinamica del carico, che riesce a prevenire picchi che potrebbero provocare blackout facendo saltare il contatore. Questa è una delle problematiche tipiche di chi ricarica l’auto: collegando vari elettrodomestici come il forno, un asciugacapelli o altro mentre il veicolo è in carica non ci sono altri sistemi che riescano a prevenire questo tipo di inconveniente. Il sensore “dpm”, di cui sono dotate le nostre omonime wallbox, capisce che sta per verificarsi un sovraccarico e diminuisce l’intensità della ricarica».
Quali sono i punti di forza della vostra proposta?
«Tra gli elementi che la contraddistinguono c’è sicuramente un’ampia disponibilità di prodotto, facciamo tanto magazzino per essere pronti a consegnare anche migliaia di impianti e relative wall box su base mensile. Poi proponiamo dei dispositivi perfettamente integrati e in grado di garantire totale compatibilità con i nostri sistemi di accumulo e impianti fotovoltaici. Acquistare un prodotto che oggi è già così tecnologicamente avanzato rappresenta senza dubbio un vantaggio, soprattutto se confrontato con caricatori che non prevedono questo tipo di integrazioni e che potrebbero risultare molto presto già obsoleti».
Riguardo invece all’utilizzo della wall box in sinergia con un impianto fotovoltaico?
«Il nostro modello pro, ad esempio, è in grado di dialogare con il sistema di accumulo e può utilizzare, se l’utente lo desidera, solo l’energia green e gratuita prodotta dai pannelli. Inoltre i modelli dpm 2, dpm 3 e pro prevedono l’utilizzo di una app per gestire la ricarica da remoto, con la possibilità di attivare, terminare la ricarica e monitorare i consumi in tempo reale».
Quanto vale per Senec Italia il segmento e-mobility?
«In termini di fatturato, il business generato dagli ev-charger quest’anno è arrivato a pesare circa 6 milioni di euro. Nel 2023 contiamo di raggiungere i 18 milioni, ovvero di triplicare il business. Il numero di pezzi venduti è stato di circa 7mila unità. Per avere un termine di paragone, ogni 10 impianti fotovoltaici venduti, 6 comprendono anche una wall box».
Come siete strutturati a livello distributivo?
«Non vendiamo tramite distributori di materiale elettrico ma direttamente agli installatori, avvalendoci di una nostra rete logistica distribuita sul territorio nazionale. A partire dalla fine di quest’anno ci rivolgeremo anche all’utente finale, ma inteso solamente come azienda, che vuole realizzare la propria infrastruttura di ricarica insieme ad un impianto fotovoltaico per abbattere i costi energetici».
Quindi allargherete la vostra offerta includendo, oltre alle wall box, anche le colonnine di ricarica?
«La nostra intenzione è quella di offrire a tutti i nostri clienti un pacchetto a 360° di soluzioni per l’autosufficienza energetica. Affacciandoci al mercato industriale e commerciale, affiancheremo la nostra offerta di impianti fotovoltaici anche con colonnine di ricarica. Il focus, in questo ambito, sarà in particolare sulle comunità energetiche: un settore nel quale vogliamo distinguerci come uno dei player principali e a questo proposito, uno dei servizi che verranno implementati e che ci vedrà coinvolti sarà appunto quello della ricarica elettrica».
Oltre allo sviluppo di infrastrutture di ricarica presso le comunità energetiche, quale sarà la vostra strategia per crescere ancora nell’e-mobility?
«Stiamo sviluppando una nostra squadra di installatori, parliamo di circa 30 professionisti su tutto il territorio nazionale, per superare uno dei maggiori ostacoli che sta incontrando il nostro settore: la carenza di manodopera installativa. Questo ostacolo non riguarda solo gli impianti fotovoltaici ma anche le stazioni di ricarica. Con il nostro team di installatori, potremo non solo essere più veloci ed efficaci nella diffusione delle infrastrutture di ricarica nelle case ed aziende italiane ma anche agire in modo “inverso” rispetto a quanto fatto finora: anziché partire da coloro che scelgono di affiancare la wallbox ad un impianto fotovoltaico, potremo rivolgerci a quanti optano per una stazione di ricarica proponendo anche un impianto fotovoltaico. Se infatti finora i nostri clienti aggiungevano la wall box al fotovoltaico in previsione di un’auto elettrica, ora c’è un target sempre più ampio di coloro che l’hanno già acquistata e desiderano risparmiare sul costo dell’energia».
Quali sono, per concludere, le criticità da risolvere affinché il settore della mobilità elettrica continui a crescere?
«Innanzitutto bisogna ancora superare una certa diffidenza nei confronti dell’auto elettrica. C’è ancora questa paura dell’autonomia per i lunghi viaggi quando, alla fine, gran parte delle persone usano l’auto in città con chilometraggi limitati. Poi c’è la disponibilità dei punti di ricarica pubblici. Adesso la situazione è già migliorata ma siamo convinti che entro i prossimi due anni potremo contare su una rete davvero capillare. In ottica futura giocherà poi a mio parere un ruolo fondamentale il risparmio grazie alla ricarica domestica, soprattutto se abbinato a un impianto fotovoltaico. In questo senso le comunità energetiche, incentivate ad autoconsumare l’energia prodotta, saranno sempre più importanti. È un passaggio culturale che andrà metabolizzato ma che porterà grandi benefici, soprattutto se confrontati con i prezzi in continuo aumento dei carburanti fossili».
LA SCHEDA
SENEC
Anno di fondazione: 2009 a Lipsia (Germania); 2017 filiale italiana
Sede operativa italiana: Bari e Milano
Fatturato 2021: oltre 350 milioni di euro; quasi 50 milioni di euro per la filiale italiana (+450% vs 2020)
Aree di attività: moduli fotovoltaici, sistemi di accumulo ibridi, stazioni di ricarica elettrica, soluzioni di fornitura energetica, EPC, PPA e CER
Offerta e-mobility: wall box monofase e trifase (Senec.Wall box pro, Senec.Wall box dpm, dpm2 e dpm3)
Figure di riferimento: Vito Zongoli (Ceo), Antonio Mustaro (Sales Director)
Sito Web: https://senec.com/it