Ricarica nel tempo di un caffè: come funzionano le colonnine Hypercharger
di Federica Musto
Quanto tempo serve davvero per una ricarica? “Giusto il tempo di un caffè. Ristretto però” commentava pochi giorni fa Alessandro De Guglielmo, consulente per lo sviluppo della rete di Free To X durante la messa in servizio di una delle loro stazioni di ricarica in autostrada. In effetti con le stazioni di ricarica veloci e super veloci oggi per ricaricare un veicolo elettrico occorrono dai 15 ai 20 minuti: una breve pausa per sgranchirsi le gambe prima di riprendere il viaggio.
Come funzionano e quanto costano le colonnine ultra veloci
Andiamo con ordine. Si chiamano Punti di Ricarica HPC (high power charger) e sono le colonnine presenti su suolo pubblico – spesso in occorrenza delle maggiori arterie stradali – che hanno una potenza erogabile (ad oggi) che va dai 150 kW ai 350 kW e che quindi garantiscono una ricarica rapida adatta a chi ha intrapreso un viaggio lungo o necessita di una sosta breve. Rientrano nella ricarica di Tipo 4 in corrente continua (DC) e presentano, come connettori per la ricarica del veicolo, lo standard europeo CCS e talvolta il giapponese CHAdeMO e la presa Type2. Sono colonnine che, proprio perché erogano corrente continua, sono dotate di cavo di ricarica integrato che va semplicemente sganciato dalla colonnina ed inserito nella presa dell’auto. Per procedere con la ricarica è necessaria una carta RFID o una App – da scaricare precedentemente sul proprio smartphone e sulla quale creare il proprio profilo utente completo di carta di credito per l’addebito – che può essere specifica (ad esempio Juice Pass di Enel X o Ionity App) oppure di uno dei provider supportati (chiamati MSP – Mobility Service Provider), ossia sviluppata da un soggetto terzo che vende i servizi di ricarica e si interfaccia con il cliente finale, come ad esempio Duferco o Next Charge.
Una volta scaricata e configurata l’App è sufficiente identificare nella mappa interna alla App stessa la colonnina di riferimento, controllare che il numero di serie indicato sulla scheda della colonnina nella App sia lo stesso presente sulla colonnina fisica, selezionare la presa di ricarica tra quelle disponibili (se ne è presente più di una sulla stessa colonnina), inserire il cavo della colonnina nella presa dell’auto e controllare che la ricarica si avvii. Prima di ripartire occorre fermare la ricarica dalla App o direttamente dal veicolo, estrarre il connettore dall’auto e riposizionarlo sulla stazione di ricarica.
Quanto dura la ricarica?
La risposta corretta in questo caso è “dipende”. Considerando una
ricarica standard dal 20% all’80% della capacità della batteria (range
consigliato per ottimizzare sia il fattore tempo sia la salute della
batteria stessa) il tempo di ricarica varia sia in base alla potenza
erogata dalla stazione sia, fattore altrettanto fondamentale, in base al
BMS dell’auto che è differente da modello a modello. Prendiamo l’esempio
della Hyundai Ioniq 5, un BMS che le permette di assorbire fino a 220
kW. Su una stazione di Free To X con potenza di picco di 300 kW in DC,
la batteria della Ioniq 5 da 72.6 kWh si ricaricherà dal 20 all’80% in
15 minuti. Sulla stessa stazione di ricarica e alla medesima potenza
erogabile, la Mini Full Electric che ha un BMS che sopporta una potenza
fino a 50 kW, per ricaricare dal 20 all’80% ci impiegherà circa
mezz’ora, pur avendo una batteria più piccola rispetto alla Hyundai
(32,6 kWh).
Quante e quali sono le stazioni HPC in Italia
La ricarica ultra veloce è ormai un servizio fornito da diversi CPO (Charging Point Operator) che risponde alle esigenze di chi deve affrontare lunghe percorrenze e quindi, come dicevamo, si trova tendenzialmente lungo autostrade e vie di traffico veloce. La prima rete di questo tipo sviluppata in Italia è stata quella dei Tesla Supercharger: stazioni di ricarica ben distribuite lungo tutta la penisola che possono arrivare fino a 250 kW di potenza erogabile con un costo a consumo di 0,39 €/kWh e sono collocati presso strutture ricettive appena al di fuori dei maggiori caselli autostradali. Al momento della pubblicazione dell’articolo, nel nostro paese i Supercharger sono fruibili solo da clienti Tesla, ma è ormai di qualche settimana fa l’annuncio di Elon Musk – Ceo di Tesla Motors – della volontà di aprire i supercharger anche ai veicoli di altri marchi con i primi esperimenti nei Paesi Bassi.
Altra rete HPC lungo le strade italiane (e non solo) è quella di Ionity, joint venture fondata dalle maggiori case auto europee con stazioni che arrivano a 350 kW di potenza erogabile. Attivabile con la App di proprietà e con tutti i maggiori provider, Ionity prevede un costo di ricarica a consumo di 0,79 €/kWh, ma spesso rientra nel portafoglio delle tariffe flat e degli abbonamenti che i differenti MSP propongono ai propri clienti e che possono essere utilizzate in roaming sulle diverse stazioni di ricarica. Free To X è la partecipata di Autostrade per l’Italia nata per infrastrutturare le Stazioni di Servizio in autostrada. L’obiettivo è quello di fornire una ricarica hypercharger senza la necessità di uscire dal casello, con punti che garantiscono una potenza fino a 300 kW nel doppio standard CCS e CHAdeMO. Non ha un’App di proprietà ma funziona in roaming su diversi provider tra cui Duferco, evway e Nextcharge, con un costo di ricarica a consumo di 0,69 €/kWh. Ad oggi le stazioni aperte al pubblico sono tre (Lombardia, Emilia Romagna e Lazio), ma il piano della società prevede di infrastrutturare 100 stazioni entro il 2023. Interessanti anche i progetti di infrastruttura HPC in città. Come i 19 punti ultrafast, con potenza compresa tra i 150 e i 300 kW, che nasceranno entro la fine del 2022 nell’ambito della partnership tra Enel X e Coop Lombardia e il progetto Volvo Recharge Highways di 30 stazioni HPC da 175 kW che la casa auto realizzerà nelle concessionarie e nei pressi delle principali arterie autostradali italiane, il cui primo esempio è oggi disponibile nella zona di Porta Nuova a Milano, completo di pensilina di design per la pioggia e prato fiorito – ad oggi interoperabile esclusivamente con Duferco.