Stecca (Silla Industries) risponde al ministro Giorgetti: “Promuovere incentivi per auto che inquinano non ha senso”
Alberto Stecca, Ceo della start-up padovana Silla Industries, ha risposto tramite un comunicato stampa alle dichiarazioni che il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha rilasciato in un articolo apparso lo scorso 17 febbraio su Il Sole 24 Ore relative al bonus auto recentemente approvato dal Consiglio dei ministri (a questo link maggiori dettagli), in cui giustifica l’inclusione negli incentivi non solo delle auto elettriche e ibride ma anche dei veicoli con motori alimentati esclusivamente a combustione: «Penso che non dobbiamo fermarci all’elettrico anche per favorire l’acquisto di vetture più economiche a favore di classi meno abbienti. Dobbiamo discuterne anche con il ministero della Transizione ecologica, ma la nostra proposta arriva fino a 135 grammi di Co2 per km perché abbiamo la responsabilità di incentivare anche una quota di produzione nazionale» aveva affermato il ministro.
Qui di seguito la risposta di Stecca, che ribadisce l’importanza di concentrare le sovvenzioni sulla mobilità elettrica alla luce dei dati e dei trend del mercato, oltre a fare il punto – in ottica futura – sulle grandi opportunità che questo passaggio potrebbe garantire al Paese.
«Ci sono diverse imprecisioni in queste dichiarazioni che lasciano alquanto sorpresi» afferma Stecca. «È chiarissimo che sull’elettrico ci sia estrema confusione e, peggio, anche luoghi comuni. Nel renderci disponibili in un incontro con Giorgetti e anche a partecipare ad un tavolo di lavoro, cerchiamo di fare chiarezza confortati dai dati di mercato. In primis, le auto elettriche vendute in Italia non sono prodotte in Asia, semmai in Europa. E se Europa non vuole (ancora) dire Italia la responsabilità è delle nostre aziende che essendo le più prestigiose al mondo (penso a Ferrari, Lamborghini, Maserati, …) non hanno ancora avviato la produzione di modelli elettrici (…). Promuovere incentivi per vetture che inquinino solo fino a 135 g/km di CO2 non ha senso: è come dare fondi a pioggia al settore auto. L’80% delle auto acquistate e immatricolate oggi in Italia è già in quella fascia, senza considerare che la crescita più consistente la si osserva nelle vetture sotto i 60g/km, con una perdita già evidente di quote di mercato da parte delle precedenti. La questione è molto semplice: se il dossier automotive mira ad incentivare il settore auto tout court, benissimo. Ma noi giovani e meno giovani imprenditori dell’automotive del futuro crediamo che si possa fare di meglio e di diverso, se vogliamo seguire le direttive EU e il piano Draghi per l’innovazione e l’ambiente (…). Le scelte di Elon Musk, di Silk Faw – che ha selezionato l’Italia e Reggio Emilia per il suo grande progetto mondiale di elettrico di fascia altissima – e di tutti i grandi brand dell’automotive dicono che l’elettrico è ormai irrevocabile ed inarrestabile, ed è il presente oltre che il futuro. Ecco perché gli incentivi devono andare a chi acquista elettrico puro e a chi migliori le infrastrutture di ricarica, sia pubbliche che soprattutto private, visto che l’Europa stessa è consapevole che la ricarica avviene per il 90% in ambito domestico o aziendale. Senza contare che questo consentirebbe di garantire la migliore accoglienza e attraversabilità della nostra lunga penisola a tutti i turisti stranieri che stanno per arrivare a godersi le loro vacanze in Italia con l’auto elettrica (propria o a noleggio). Per questo auspichiamo una rinnovata attenzione al nostro settore, che sta crescendo senza sosta, stanziando una parte degli incentivi alle aziende che si impegnino a riconvertire la loro forza lavoro su progetti di veicoli elettrici, non per “sotto i 135 g/km”, vetture destinate a scomparire in pochi mesi (…)».
A questo link è possibile leggere le dichiarazioni di Alberto Stecca in versione integrale