DC fast charge: quando e dove conviene
L’offerta di prodotto in questo segmento punta su ev-charger versatili, con connettori personalizzabili e di semplice utilizzo le soluzioni di ricarica con potenza tra i 30 e i 90 kw, sono ideali per offrire un rifornimento ad accesso pubblico veloce ma con un’installazione più snella rispetto alle hpc
La ricarica definita come fast, ovvero con una fascia di potenza che si estende dai 30 kW fino alla soglia dei 90 kW – oltre la quale si entra nel campo delle colonnine High Power Charger –, è una sorta di segmento “furbo” nell’offerta degli ev-charger, perché consente di garantire un rifornimento energetico in tempi nettamente più brevi rispetto alle colonnine in AC. Solitamente infatti si impiegano 60 minuti o poco più per un pieno di energia, a fronte un investimento contenuto in termini non solo di costi rispetto a una colonnina ultrafast, ma anche pensando a tutto ciò che concerne l’installazione: le soluzioni in DC entro questo range di potenza (a meno che non si tratti di più stazioni) di norma non richiedono l’adozione di una cabina di media potenza e sono più snelle da gestire a livello burocratico.
Tante applicazioni differenti
Questa tipologia di ev-charger risulta la scelta ideale per gli esercizi commerciali che desiderano integrare la ricarica tra i servizi offerti soprattutto nei contesti dove è prevista una sosta particolarmente breve da parte dell’e-driver. Alcuni esempi pratici in questo senso potrebbero essere le autofficine, i concessionari, i ristoranti (dove generalmente durante il giorno si tende a ricaricare il veicolo in tempi compatibili con la pausa pranzo lavorativa) e fastfood, ma anche centri commerciali o supermercati, dove la permanenza media per effettuare la spesa si aggira appunto intorno a 1 o 2 ore. Senza dimenticare le infrastrutture di flotte aziendali. La ricarica fast in DC è anche una soluzione valida per le PA, in particolar modo laddove il Cpo abbia la necessità di installare più colonnine sul territorio assicurando una tempistica di ricarica contenuta che eviti l’occupazione degli stalli per più ore, come ad esempio accade nei parcheggi in prossimità dei centri urbani e le location nelle vicinanze degli enti locali che offrono servizi.
I vantaggi della corrente continua
In termini di potenza, il limite della ricarica in AC, con un impianto trifase a 32A e 400V, è fissato intorno ai 22 kW. Ma non è soltanto questo il valore di cui tenere conto. Le batterie delle auto elettriche, come ad esempio tutte quelle comune- mente in uso su smartphone e laptop, si ricaricano esclusivamente in corrente continua e dunque hanno bisogno di un trasformatore che converta la corrente da AC in DC. Nel caso dei veicoli elettrici la conversione da AC a DC viene effettuata dall’auto tramite il cosiddetto caricatore di bordo (OBC, On Board Charger), ossia una sorta di “raddrizzatore” integrato all’interno dei veicoli e utilizzato durante la ricarica presso stazioni in corrente alternata. Invece, per le stazioni fast e super fast in DC, questa conversione avviene internamente alla colonnina. L’OBC, se consideriamo la ricarica in AC, a seconda della propria potenza (quelli sulle auto più diffuse sono da 11 kW) può rappresenta- re un collo di bottiglia che rallenta il processo di ricarica, cosa che invece non avviene utilizzando le colonnine in DC.
Ev-charger performanti e sofisticati
Nel segmento DC fast l’offerta di mercato prevede tendenzialmente soluzioni ad alto contenuto tecnologico. Si parte dalla cura degli involucri esterni, realizzati in metalli resistenti alle intemperie e alla corrosione, per arrivare all’interfaccia utente: le colonnine integrano display Lcd per guidare l’e-driver nel processo di ricarica – anche in questo caso con soluzioni avanzate, ottimizzate per garantire la visibilità anche alla luce del sole e per esistere agli atti vandalici –, oltre alla presenza di veri e propri pannelli ad ampio polliciaggio che possono essere utilizzati per veicolare, attraverso la colonnina, messaggi pubblicitari o comunicazioni di interesse pubblico. Altro elemento degno di nota è la modularità delle stazioni di ricarica: diverse colonnine prevedono infatti la possibilità di effettuare successivamente all’installazione un upgrade di potenza attraverso l’aggiunta di moduli, solitamente da 30 kW. In questo modo la stessa colonnina utilizzata inizialmente per una ricarica a 30 kW potrà essere portata fino a 90 kW per ricariche ancora più veloci senza intervenire sul collegamento alla rete. Tecnologicamente avanzato anche il comparto relativo alle modalità di pagamento: la quasi totalità dell’offerta prevede infatti la possibilità di attivare la ricarica tramite Rfid card, oltre alla possibilità di effettuare il rifornimento energetico pagando via app. Sono numerose anche le stazioni di ricarica che suppor- tano il pagamento con POS per Bancomat e carte di credito.
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