Supermercati e centri commerciali: la “terra di mezzo” dell’ev-charging
Per questo target l’offerta è davvero allargata: si spazia dalle wall box alle colonnine – in AC oppure in DC a bassa potenza – a seconda delle esigenze di progettazione e di installazione, con un’ampia gamma di servizi di gestione e svariate possibilità di personalizzazione. Robustezza, attivazione autenticata e gestione smart dei carichi sono invece imprescindibili
La ricarica offerta gratuitamente come strumento marketing per attrarre nuovi clineti va chiusa in un cassetto e dimenticata. Oggi le colonnine “abbandonate” all’accesso gratuito e incondizionato da parte dei clienti che frequentano un centro commerciale o un supermercato sono una “specie in via di estinzione”. Questo in parte perché i costi della ricarica sono sensibilmente aumenta- ti, ma soprattutto perché, con l’aumentare delle vetture elettriche in circolazione, chi frequenta un esercizio commerciale è alla ricerca di un vero e proprio servizio che sia in primis funzionante, affidabile e soprattuto che consenta di ricaricare la vettura – magari anche senza effettuare un pieno di energia completo ma un più breve biberonaggio – nei tempi consoni a quelli di una spesa (45-50 minuti) oppure di una sosta per lo shopping (massimo un paio d’ore). D’altro canto, per gli esercizi commerciali la possibilità di mettere a disposizione un’infrastruttura di ricarica per la propria clientela non solo si rivela uno strumento di fidelizzazione efficace, ma risulta anche una leva strategica per conquistare nuovi utenti. I cosiddetti Poi (point of interest) sono ormai una variabile che influisce in maniera significativa sulla scelta della location dove effettuare la ricarica: secondo un recente studio di LCPDelta il 62% degli e-driver italiani la disponibilità di una colonnina determina la location presso cui fare shopping e il 67% ha confermato che visiterebbe più frequentemente un supermercato oppure un centro commerciale se avesse la possibilità di ricaricarvi la propria auto. Gli installatori e gli studi di progettazione che approcciano questo segmento devono confrontarsi con uno scenario molto variegato, dove considerare le soluzioni più adatte a seconda i diverse variabili. Ad esempio le tipologie di parcheggio, coperto oppure outdoor, potrebbero essere una discriminante in merito alla tipologia di ev-charger da impiegare, ovvero colonnina da terra oppure wall box. Inoltre come sempre gioca un ruolo importante tra la potenza a disposizione e il numero di ev-charger impiegati: in base a questa variabile sarà più opportuno optare per soluzioni in AC oppure in DC a bassa potenza (inutile impiegare stazioni Hpc dove la sosta degli e-driver molto difficilmente sarà inferiore ai 60 minuti). Da non sottovalutare poi, nella scelta del prodotto da impiegare, tutta una serie di funzionalità e soluzioni che i produttori mettono in campo per rendere l’infrastruttura personalizzabile sia a livello estetico sia per quanto riguarda componenti, piattaforme di pagamento ed eventuali strumenti per fidelizzare la clientela attraverso la ricarica.
Strategie di approccio differenti
La maggior parte dei produttori di ev-charger, nonostante sia impegnata nel garantire nella propria gamma prodotti e soluzioni adatte all’impiego, non approccia direttamente il canale degli esercizi commerciali, ma risponde alle esigenze del distributore a cui i centri di installazione fanno riferimento. «In merito alla strategia commerciale ci teniamo sempre a ricordare che Orbis non ha mai un rapporto di vendita diretto con gli installatori oppure con i committenti» spiega Stefano Lucini, responsabile marketing di Orbis Italia. «Il nostro riferimento per qualsiasi target è sempre il grossista, ovvero il distributore di materiale elettrico. Le nostre agenzie entrano in contatto con imprese di installazione o di progettazione che si trovano di fronte a esigenze di questo tipo, ovvero ad esempio l’elettrificazione ad esempio di un supermercato, e richiedono al distributore la fornitura dell’infrastruttura necessaria. Ovviamente quello di cui parliamo è un target particolare, che viene gestito spesso da società di installazione e di progettazione importanti perché non si tratta di allacciare semplicemente la classica colonnina al muro, ma molto probabilmente di un progetto che richiede scavi e allacciamenti particolari, in parcheggi che non possono essere chiusi all’utenza. Orbis in questo frangente viene poi coinvolta direttamente dal committente quando do c’è la necessità di accedere a informazioni più dettagliate sui prodotti e sulla loro configurazione. Facendo invece una considerazione più generale su questa tipologia di target, sicuramente c’è interesse verso la possibilità di offrire il servizio di ricarica, ma anche l’investimento spesso spaventa. Quindi solitamente approcciano questa opportunità con una singola colonnina per poi valutare un eventuale upgrade della stazione. Sicuramente è prevedibile che il segmento crescerà in maniera proporzionale al parco auto elettriche circolante e di conseguenza alla domanda». Bisogna innanzitutto distinguere le varie tipologie di esercizi presenti sul territorio, ovvero per fare un esempio i supermercati o centri commerciali che hanno parcheggi accessibili 24 ore su 24 e invece gli esercizi che chiudono l’accesso al parcheggio al termine dell’attività. Nel primo caso ci troviamo difronte a un’opportunità sicuramente più allettante per un Cpo, che ha la possibilità eventualmente di installare o gestire un punti di ricarica attivo h24. Mentre nella seconda ipotesi bisogna intervenire con un approccio differente. «Spesso, in qualità di produttori di ev-charger, capita che ci ritroviamo a fare da mediatori tra queste due realtà» racconta Jacopo Carlo Perino, direttore commerciale di Plus Ev-Charge. «Ovvero quando entriamo in con- tatto con un supermercato che è intenzionato a realizzare un’infrastruttura di ricarica per i propri clienti, oltre a fornire il prodotto cerchiamo anche un Cpo che sia intenzionato a gestire la stazione. Nel caso in cui l’accesso alle colonnine sia sempre garantito riscontriamo un forte interesse da parte dei Charging Point operator, mentre per parcheggi ad accesso semi pubblico bisogna spesso trovare degli accordi economici diversi che possano accontentare entrambe le parti. Stiamo certamente riscontrando interesse, si tratta quindi di un segmento che è assolutamente strategico presidiare, ma che – almeno per le realtà magari più piccole o meno strutturate – spesso si scontra con investimenti importanti che ne frenano lo sviluppo. Abbiamo avuto diverse esperienze con questa tipologia di target, anche richieste da parte di piccoli supermercati o centri commerciali. Diciamo che spesso accade che davanti al prezzo del singolo punto di ricarica gli esercenti sono invogliati ad offrire il servizio, quando invece si passa a infrastrutture più complesse, con più charging point e l’investimento inizia a diventare importante – oltre alla stazione vanno calcolate l’installazione, i cavi dotti, eventuali cabine di media potenza se necessarie, piattaforme di gestione ecc. – questo ovviamente “raffredda” l’entusiasmo e spesso chiedono appunto se sia possibile coinvolgere un Cpo che possa sobbarcarsi l’investimento almeno in parte. Sono assolutamente disponibili nel mettere a disposizione la location e magari a dividere i proventi delle ricariche». Effettivamente l’opportunità di delegare a un Cpo la realizzazione dell’infrastruttura è una delle soluzioni papabili per questa tipologia di esercizi commerciali. La disponibilità di un parcheggio ad accesso semi pub- blico, ovvero con accesso garantito solo durante gli orari di apertura del punto vendita, rappresenta comunque una valida opportunità di business, come conferma Alessandro Vigilanti, Ceo di GasGas: ««Centri commerciali e supermercati sono due target leggermente differenti. Entrambi i soggetti tendono a preferire il modello di gestione “chiavi in mano”, ovvero preferiscono lasciare al Cpo gli oneri dell’installazione e della gestione delle stazioni, dando quindi in concessione l’area, senza investire direttamente nelle infrastrutture. Premesso questo, sono soggetti interessati e proattivi nello sviluppo di attività di co-marketing: abbiamo centri commerciali dove ad esempio ci viene richiesta la creazione di voucher oppure di buoni per poter scontare la ricarica come benefit ai propri clienti. Il rifornimento energetico viene quindi utilizzato come strumento di fidelizzazione per spingere gli e-driver a sfruttare i servizi offerti all’interno della struttura. Il voucher in questione solitamente è un codice che si può attivare via app per utilizzare il credito corrispettivo in ricarica. Invece per progetti multisito, che magari com- prendono stazioni collocate presso più location differenti, siamo sempre aperti a opzioni di co-investimento o progetti custom che prevedano dinamiche diverse. In certi casi prevediamo anche il ritiro e l’integrazione di stazioni già esistenti. Ovvero, ad esempio, presso supermercati che ave- vano provato a gestire in autonomia una singola colonnina oppure che hanno già investito in una propria infrastruttura proponiamo di integrare la stazione già presente nel nostro sistema inserendo questa operazione all’interno dell’accordo commerciale, che in questo modo comporta da parte nostra un investimento meno oneroso. Successivamente vanno fatte tutte le verifiche del caso sul funzionamento della stazione e sull’impianto a cui è collegata. L’accesso del parcheggio h24 non è una discriminante fondamentale: è un elemento che va valutato attentamente area per area. La condizione importante per un Cpo è che almeno il parcheggio sia accessibile per tutto l’arco della giornata, ovvero anche nella cosiddetta fascia pausa-pranzo. Va considerato che, anche dove non è disponibile l’apertura h24, i canonici orari delle principali catene di supermercati garantisco- no comunque una buona copertura per l’utenza nel quotidiano. Quindi di norma per un Cpo come GasGas sono location interessanti. Vanno sempre fatti degli studi di fattibilità per valutare questo ed altri elementi».
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