Autobus elettrici: l’infrastruttura di ricarica è la chiave per una transizione sostenibile
La diffusione degli e-bus nel trasporto pubblico locale non dipende solo dall’acquisto dei mezzi, ma dall’integrazione con infrastrutture di ricarica efficienti e sistemi di gestione intelligente dell’energia. Dalle diverse best practice già operative presso alcuni dei principali comuni del nostro Paese emergono modelli operativi che combinano pianificazione dei depositi, accumulo energetico e ricarica flessibile. Questi esempi dimostrano come la progettazione integrata sia fondamentale per garantire continuità del servizio oltre a massimizzare i benefici economici e ambientali
L’elettrificazione delle flotte di autobus urbani rappresenta oggi una delle leve più strategiche per le amministrazioni e gli operatori di trasporto pubblico locale che mirano a ridurre emissioni, migliorare la qualità dell’aria urbana e ottimizzare i costi operativi a lungo termine. Tuttavia, l’adozione diffusa degli autobus elettrici non può prescindere da una infrastrutturazione adeguata e progettata su misura: percorrenze quotidiane relativamente elevate, elevato utilizzo in fascia mattina/pomeriggio, pause, depositi per la ricarica, vincoli di rete elettrica in termini di potenza e spazio per gli stalli sono tutte variabili di cui tenere conto. Nel contesto italiano e europeo infatti diversi studi identificano la ricarica come il principale ostacolo tecnico-economico per la diffusione degli e-bus: più dell’investimento sul veicolo stesso, la complessità sta nel dimensionamento della rete elettrica, nella programmazione della ricarica e nel coordinamento con la rete di distribuzione. Per realizzare un’infrastruttura di ricarica funzionale e proporzionata al fabbisogno della flotta ci sono dunque alcune direttrici: scelta della tipologia di ricarica (notturna, opportunistica, pantografo), dimensionamento della potenza e capacità, integrazione con gestione intelligente dell’energia (software, accumulo, fonti rinnovabili), organizzazione del deposito e della rete elettrica, e una pianificazione che consideri l’intera operatività del parco mezzi. In assenza di queste condizioni, gli autobus elettrici rischiano di trovarsi vincolati da stazioni di ricarica insufficienti o costi operativi superiori al previsto, compromettendo i vantaggi – sia ambientali, sia economici – che sono alla base della scelta del veicolo a zero emissioni.
Alla luce di questi elementi, risulta evidente che disporre di colonnine di ricarica non sia sufficiente: è necessario progettare, fin dalla fase iniziale, un sistema integrato che metta in relazione dimensionamento degli spazi, potenza elettrica disponibile, orari di utilizzo, gestione intelligente e sostenibilità energetica. In termini pratici, ciò significa che l’infrastruttura di ricarica deve essere pensata come “cuore” dell’operazione TPL elettrico, non come semplice accessorio: il carico elettrico, il software di gestione, la logica del deposito, l’interfaccia con la rete, e i servizi di monitoraggio devono essere integrati fin dal principio. Quando si parla di infrastrutture di ricarica per autobus elettrici, emergono alcune soluzioni che – sulla base dell’esperienza operativa e delle analisi tecniche – si rivelano preferibili per il TPL. In primo luogo la scelta fra ricarica notturna, ricarica “opportunistica” durante le pause di servizio e ricarica in corsa (ad esempio con pantografi).
A questo link l’articolo completo pubblicato su E-Ricarica di dicembre




