Ricarica in autostrada: operatori, tecnologie e obiettivi
Negli ultimi anni l’infrastruttura lungo le principali arterie italiane ha registrato una crescita significativa, sia in termini di punti disponibili sia di potenze erogate, con un incremento costante degli hub ultrafast e l’introduzione di nuove tecnologie dedicate anche al trasporto pesante. Ecco una fotografia della rete allo stato attuale: i principali operatori coinvolti, i trend di sviluppo e il quadro nazionale nel contesto europeo alla luce degli obiettivi fissati dal regolamento Afir
Negli ultimi anni l’infrastruttura di ricarica per veicoli elettrici lungo le autostrade italiane ha compiuto un salto significativo in termini di capillarità, potenza disponibile e servizi offerti. Al 30 giugno 2025, secondo il monitoraggio trimestrale di Motus-E, nel nostro Paese sono presenti 67.561 punti di ricarica pubblici, in crescita di oltre 10.500 unità in dodici mesi e di 1.569 nel solo secondo trimestre. Sebbene la rete nazionale includa sia la viabilità ordinaria sia le grandi arterie, proprio le autostrade rivestono un ruolo cruciale per la possibilità di garantire spostamenti a lungo raggio. È qui che si sta concentrando gran parte degli sforzi di operatori, concessionarie e istituzioni, con un ritmo di elettrificazione che oggi coinvolge il 45% delle aree di servizio, pari a 1.159 punti di ricarica attivi ai quali se ne aggiungono altri 49 in fase di attivazione. Nel 2024 erano 963, due anni prima appena 657: la crescita è dunque importante e continua, anche se rimangono aree meno coperte che potrebbero rallentare la diffusione dell’auto elettrica, soprattutto al Sud. La distribuzione territoriale evidenzia, però, ancora squilibri significativi. La Lombardia guida la classifica con 13.763 punti, seguita da Lazio (7.142), Piemonte (6.561), Veneto (6.176) ed Emilia-Romagna (5.282).
Al Sud il ritmo di crescita è più lento e la capillarità ridotta. Questo ritardo geografico può incidere sulle decisioni di acquisto dei potenziali utenti, scoraggiati dalla mancanza di infrastrutture nelle zone di villeggiatura e nelle tratte a minore traffico commerciale. Nel frattempo anche la qualità dell’offerta sta migliorando parallelamente alla quantità. L’85% dei punti attivi in autostrada è in corrente continua, adatti quindi alla ricarica veloce, e il 62% supera i 150 kW di potenza. Questo significa che, per i veicoli più recenti, è possibile recuperare l’80% della batteria in circa 15-20 minuti, un tempo di sosta compatibile con una pausa fisiologica durante un viaggio lungo. Un ulteriore contributo arriva dai 2.527 punti collocati entro tre chilometri dalle uscite autostradali, che rappresentano un’opzione complementare per i viaggiatori e che, in alcuni casi, offrono potenze analoghe a quelle installate direttamente nelle aree di servizio. Anche in questo caso la tecnologia è avanzata: il 59% dei punti è in DC e il 41% supera i 150 kW. La quota di colonnine installate ma non ancora connesse alla rete elettrica è scesa dal 17,9% al 14,5% in un anno, segnale di una maggiore efficienza operativa e di un allineamento più stretto tra operatori e distributori di energia.
A questo link l’articolo completo pubblicato su E-Ricarica di ottobre