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Alfen è tra i marchi storici dell’e-mobility. presente sul mercato dal 2008, si distingue per una produzione di dispositivi in AC pensati per garantire la massima affidabilità a Cpo, multiutility ed Emsp che desiderano puntare sulla transizione elettrica: «Abbiamo investito in un portafoglio prodotti completo, in grado di soddisfare qualsiasi esigenza installativa in ogni contesto. non vogliamo competere con i prodotti entry level del mercato o con le aziende che fanno del prezzo il principale driver di vendita» spiega il sales manager Italia Alessandro Cicerchia
Alfen ha una storia lunga 87 anni. È stata fondata nei Paesi Bassi nel 1937 per produrre apparecchiature ad alta e bassa tensione dedicate alla gestione delle reti elettriche. Questo è stato il core business dell’azienda nei primi decenni. In seguito, ha iniziato a evolversi, abbracciando il settore delle smart grid e creando una divisione dedicata che oggi comprende applicazioni software per la gestione dell’energia e la produzione di componenti hardware a supporto delle reti elettriche. La seconda divisione creata si è concentrata sulla mobilità elettrica: risale al 2008 e vanta 16 anni di esperienza nel mercato. Alfen ha iniziato a progettare ev-charger per veicoli elettrici su richiesta del governo olandese, che già all’epoca aveva commissionato all’azienda la progettazione delle prime stazioni di ricarica. A sottolineare l’impegno e soprattutto la competenza di Alfen nel campo della mobilità elettrica, è la presenza dell’azienda tra i fondatori della Open Charge Alliance. L’OCA ha definito a livello internazionale il protocollo di comunicazione OCPP, che oggi è lo standard più diffuso sul mercato per lo scambio di dati tra i dispositivi di ricarica e le piattaforme backend «Stiamo parlando di un marchio che possiamo definire come uno dei veri pionieri della mobilità elettrica, con una storia e un know-how che poche aziende oggi sul mercato possono vantare», sottolinea Alessandro Cicerchia, Sales Manager Italia di Alfen, che racconta i risultati e gli obiettivi di una strategia commerciale, volta a valorizzare la qualità e l’affidabilità che contraddistinguono il DNA del marchio olandese.
Come è organizzata Alfen a livello europeo?
«L’azienda è principalmente centralizzata presso la nostra sede centrale nei Paesi Bassi, dove si trovano i nostri siti produttivi per le tre linee di business e tutti i principali dipartimenti aziendali. A questo proposito, uno degli aspetti chiave che sottolineiamo sempre è che i prodotti Alfen sono realizzati al 100% in Olanda; non abbiamo siti produttivi in altri Paesi, mentre a livello commerciale Alfen è presente con uffici in 10 Paesi, tra cui l’Italia con le sue soluzioni installate in oltre 30 Paesi. In Italia, la struttura aziendale prevede un responsabile commerciale, oltre a un ufficio tecnico con sede a Milano e un’unità che si occupa degli aspetti amministrativi e logistici, anch’essa situata nel capoluogo lombardo. Si trat- ta di una struttura molto snella, perché gli aspetti principali dell’attività sono gestiti dall’ufficio olandese, con il quale lavoriamo quotidianamente a stretto contatto. Il nostro ruolo principale è quello di fungere da punto di contatto locale per i nostri clienti italiani. È fondamentale, ad esempio, che chi si occupa dell’assistenza sui prodotti, della formazione sull’installazione o della documentazione amministrativa sia un professionista locale in grado di interfacciarsi al meglio con i nostri clienti. Lo stesso modello viene replicato anche dalle filiali commerciali di Alfen negli altri Paesi».
Come cresce il business di Alfen in Europa e in Italia?
«Alfen pubblicherà a breve i risultati finanziari per il 2023 (al momento dell’intervista non erano ancora disponibili [N.d.R.]); tuttavia nel terzo trimestre del 2023 ha registrato un fatturato record di 136,4 milioni di euro, in crescita dell’11% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una previsione finanziaria per il 2023 tra i 490 e i 530 milioni di euro. Siamo molto soddisfatti dell’andamento dello scorso anno, soprattutto alla luce delle condizioni sfavorevoli del mercato dei veicoli elettrici dovute in gran parte alla fine degli incentivi legati al Bonus 110: questo ha creato un effetto “onda” per cui, dopo un 2021/2022 travolgente, in cui le wall box sono state vendute anche a chi non possedeva un’auto elettrica, nel 2023 le vendite si sono bloccate a causa delle numerose vendite anticipate e dell’attesa dei nuovi incentivi annunciati. Nonostante questo, in Italia abbiamo registrato un trend di crescita mentre, a livello generale, abbiamo raggiunto un traguardo importante: entro la fine del 2023 abbiamo consegnato oltre 592.000 punti di ricarica. Per avere un metro di paragone, consideriamo che in Italia ci sono circa 50.000 punti di ricarica ad accesso pubblico, quindi parliamo approssimativamente di 25.000 mila dispositivi di ricarica. Questo risultato ci colloca tra i primi 3 produttori a livello mondiale».
È possibile fare un confronto tra il mercato italiano e i Paesi europei dove la mobilità elettrica è più diffusa?
«Nei Paesi del Nord Europa, dove la mobilità elettrica è oggi molto più sviluppata che in Italia, abbiamo una posizione consolidata e una quota di mercato significativa. In Olanda e in Belgio, ad esempio, abbiamo raggiunto una penetrazione di mercato di circa il 30%. Considerando le vendite in numeri assoluti, i nostri mercati più impor- tanti sono Germania, Inghilterra e Francia. In Italia abbiamo ancora ampi margini di crescita. Certo, il business non è così sviluppato come nei Paesi appena citati, ma è anche vero che siamo presenti in Italia solo da tre anni. In poco tempo, però, siamo riusciti a stringere accordi con alcuni dei principali attori del settore e le previsioni sono ottimistiche: Alfen ha investito in una filiale italiana perché ha visto un grande potenziale in un mercato che può crescere e svilupparsi in linea con le nazioni più avanzate del Nord Europa».
A questo link l’articolo completo pubblicato su E-Ricarica di marzo