User experience al top grazie a stazioni versatili e 100% green
2.000 punti di ricarica attivi, l’integrazione di ev-charger con storage e il lancio delle nuove stazioni disegnate da bertone sono alcuni degli obiettivi che Atlante si prefigge di raggiungere entro la fine del 2023: «Abbiamo scelto di continuare a investire per raggiungere i traguardi prefissati e di supportare la crescita della mobilità elettrica con soluzioni che facilitino gli spostamenti a lungo raggio e non solo» racconta il Ceo del Cpo Stefano Terranova
di Matteo Bonassi
Ricarica rapida e ultra-rapida “On the go” con stazioni alimentate al 100% da fonti rinnovabili e in grado di assicura- re all’utente finale la miglior esperienza di ricarica possibile. Questo è il mantra di Atlante, Cpo attraverso cui il Gruppo NHOA opera per realizzare uno dei più importanti network di ricarica nel Sud Europa, sviluppando la propria infrastruttura, oltre che in Italia, anche in Porto- gallo, Francia e Spagna. Gli obiettivi sono ambiziosi, come conferma il Ceo Stefano Terranova: «A oggi abbiamo più di 3.000 punti di ricarica tra online e in costruzione in tutto il sud Europa, di cui oltre il 40% in Italia. È un target importante, che conferma il forte trend di crescita intrapreso a inizio 2023». Tra i punti cardine dell’approccio con cui il Cpo proseguirà lo sviluppo del proprio network vi sono la realizzazione di infrastrutture che, grazie al giusto mix di ev-charger, siano in grado di accontentare le esigenze di diverse tipologie di utenza; la ricerca di location sempre più strategiche – oltre all’ampliamento dei siti più performanti – e un focus mirato sulla sostenibilità, grazie all’impiego di colonnine con storage e all’integrazione di pensiline fotovoltaiche per una mobilità sempre più green, dove possibile».
Quali sono gli obiettivi di Atlante a lungo termine?
«Prevediamo di raggiungere i 5mila punti di ricarica rapida e ultrarapida entro il 2025 in Italia, Francia, Spagna e Portogallo e più di 35mila unità entro il 2030. Se entro la fine del 2023 saremo prossimi ai 2mila punti di ricarica attivi, potendo contare anche su una pipeline molto importante di siti già assicurati, saremo a metà dell’opera e avremo ancora due anni a disposizione per centrare i nostri obiettivi. Premesso questo, ovviamente, non intendiamo rallentare: continueremo a spingere anche in un contesto di mercato meno favorevole del previsto in termini di vendite per le auto elettriche. In particolare, su questo aspetto Italia e Spagna si sono dimostrati meno reattive rispetto alle aspettative per il 2022. Il 2023 sta andando meglio, ci sono stati segnali più positivi, guardando ai dati di immatricolazione. Nonostante il contesto e la contrazione degli investimenti da parte di alcuni player, Atlante ha scelto di perseguire la propria missione e di continuare verso i target prefissati, nella convinzione che la situazione attuale sia figlia di un’incertezza transitoria, su cui hanno pesato anche, nel caso dell’Italia, il dibattito politico che sulla transizione elettrica ha in alcune occasioni assunto atteggiamenti ambivalenti».
È possibile tracciare un quadro relativo allo stato attuale del vostro network?
«In termini di stazioni attive l’Italia è al primo posto, seguita dal Portogallo. Al terzo e quarto ci sono Francia e Spagna. È una classifica naturale, nel senso che abbiamo cominciato gli sviluppi in Italia; la posizione del Portogallo si spiega con l’acquisizione da parte nostra del più grande operatore di fastcharger nel paese, un’opportunità che non potevamo lasciarci sfuggire. Tra le recenti aperture più significative a livello nazionale c’è sicuramente quella di Cascina Gobba Ovest a Milano, sulla tangenziale. Si tratta di una location altamente strategica sia per il traffico in transito, sia perché è vicina all’imbocco di alcuni dei principali caselli autostradali ed è la prima di tre stazioni di tale tipo (le altre due sono in attesa di connessione). In Francia invece abbiamo iniziato ad affiancare alle stazioni di ricarica tradizionali anche soluzioni addizionali per soddisfare picchi di domanda. Si tratta di colonnine che sfruttano lo stoccaggio d’energia e, nonostante siano connesse alla rete in bassa potenza, possono garantire ricariche rapide. È una soluzione molto versatile anche perché prevede la possibilità di essere eventualmente spostata in altre location, a seconda del traffico stagionale, ad esempio. Stiamo impiegando questa soluzione aggiuntiva in 3 dei 4 siti che ci siamo aggiudicati attraverso un bando pubblico. L’impiego di questo tipo di stazioni con stoccaggio d’energia potrà sicuramente risultare utilissimo anche in Italia, dove al momento, complice una certa complessità dal punto di vista burocratico, stiamo lavorando per ottenere le certificazioni necessarie a implementare questa soluzione sul territorio».
Con quale strategia state proseguendo nello sviluppo della rete?
«Il nostro obiettivo principale è quello di supportare e facilitare la crescita della mobilità elettrica in ambito extraurbano e sugli spostamenti di lunga tratta, privilegiando siti adatti alla ricarica “on the go”, anche se abbiamo realizzato infrastrutture adatte al cosiddetto “destination charging”. La ricarica rapida per spostamenti a lungo raggio rimane il nostro core business, diamo quindi la priorità a installare nuove infrastrutture lungo le principali dorsali e nelle aree urbane più trafficate. Se prendiamo ad esempio Milano, una delle provincie in cui la nostra rete è più sviluppata, le nostre stazioni tendono a crescere intorno alla città, proprio per agevolare il transito in ingresso e in uscita per chi viaggia in elettrico. Riguardo al tipo di interlocutori, Atlante ha un approccio multicanale. In ambito pubblico ci interfacciamo con i Comuni, che in Italia si sono rivelati interlocutori molto proficui e con cui continueremo a lavorare fino al completamento dei siti di nostro interesse. Riguardo all’ambito privato lavoriamo a stretto contatto sia con grandi realtà nazionali o addirittura multinazionali sia con le PMI. Ad esempio, abbiamo come referenti hotel o ristoranti anche a conduzione familiare, proprietari di piccole catene di distributori di carburante, fino ad arrivare a proprietari o gestori di centri commerciali in prossimità di arterie importanti».
Leggi qui l’intervista completa pubblicata su E-Ricarica di settembre