Vehicle to grid: la “next big thing” dell’ev-charging
La tecnologia che consente all’automobile elettrica di cedere energia è una risorsa importante sia perché, in prospettiva futura, potrà rendere la rete pubblica più stabile ed efficiente, sia per garantire un risparmio all’utente finale. ecco come funziona, quali sono le potenzialità e cosa ne impedisce ancora la diffusione
di Matteo Bonassi
I veicoli elettrici, o meglio le batterie con cui sono equipaggiati, hanno ancoraun enorme potenziale ancora inespresso. Queste infatti non solo forniscono l’energia necessaria al veicolo per garantirne la mobilità, ma possono trasformarsi in veri e propri accumulatori in grado di cedere energia alla rete. Questa sorta di “principio inverso” ovvero della corrente che passa dal veicolo alla rete, viene definito Vehicle to grid ed è la tecnologia che consente all’auto elettrica di trasformarsi da “semplice” mezzo di trasporto in vettore energetico capace di cedere corrente con la rete elettrica. Grazie a questo scambio, regolamentato dal protocollo ISO 15118, l’auto elettrica diventa una risorsa preziosa: il suo pacco batterie può essere utilizzato per stabilizzare la rete restituendo energia nel momento del bisogno, garantendo vantaggi importanti a tutto l’ecosistema. Ad esempio, grazie al V2G, le utility che operano nel sistema energetico Terna (l’operatore che in Italia gestisce la rete elettrica) in futuro potrebbero contare su di una considerevole riserva energetica sparsa su tutto il territorio, in aggiunta alle rinnovabili. Il possessore di un veicolo elettrico, grazie al V2G, può invece diventare a tutti gli effetti – proprio come avviene, ad esempio, per i privati che installano un impianto fotovoltaico – un fornitore di energia, perché quando l’auto non viene utilizzata, la batteria funge da sistema di accumulo. Questo potrà garantire, sia ai privati sia alle aziende che intendono elettrificare le proprie flotte sfruttando questa tecnologia, importanti opportunità di risparmio.
Come funziona
I sistemi V2G sfruttano un inverter di potenza bidirezionale collegato alla batteria dell’auto e alla rete. Questo dispositivo può quindi prelevare energia dalla rete per ricaricare l’auto oppure fornire energia alla rete prelevandola dalla batteria dell’auto stessa. I flussi vengono gestiti da un’unità di con- trollo che, in base alle esigenze, tiene conto dello stato di ricarica dell’auto, del fabbisogno energetico dell’edificio e della domanda energetica che incide in quel momento sulla rete elettrica. In questo processo entrano in campo due elementi chiave, il caricatore di bordo dell’auto e la wall box utilizzata per la ricarica: entrambi devono supportare la carica bidirezionale. L’On Board Charger (ovvero il caricatore dell’auto) quando il veicolo è in ricarica trasforma la corrente in AC della rete in corrente DC. Gli OBC che supporta-
no il V2G – poco diffusi a oggi e presenti su pochissimi veicoli in commercio (ad esempio sulla Nissan Leaf) – devono essere in grado di convertire nuovamente la corrente in DC della batteria in AC per poterla restituire alla rete. La wall box utilizzata per la ricarica deve poter assolvere a questa funzione, ovvero deve trattarsi di un ev-charger bidirezionale in grado di trasferire la corrente prelevata dalla batterie dell’auto all’impianto domestico – in questo caso parliamo di Vehicle to home, quindi per garantire un risparmio o un bilanciamento del carico nell’impianto privato di casa – oppure alla rete (Vehicle to grid) in caso in cui il caricatore restituisca energia alla rete elettrica. Al momento le wall box in grado di supportare questa funzionalità sono ancora poco diffuse. Questo perché, mancando una ancora un quadro normativo che regoli la tassazione della corrente immessa in rete, il V2G a livello europeo è sostanzialmente una tecnologia ancora in fase di sperimentazione. Situazione equivalente per le colonnine adibite alla ricarica ad accesso pubblico: esistono già ev-charger predisposti per supportare questa funzionalità, ma che ancora non viene applicata. Un esempio a questo proposito sono le colonnine installate da Alperia lo scorso gennaio in Alto Adige: 3 charger in DC con potenza da 50 kW in grado di supportare la tecnologia Vehicle to grid. Le tre colonnine – si tratta del modello HYC50 prodotto da Alpitronic, caratterizzato da un’efficienza del 97% e connettori standard CCS 2 Combo – sono in grado di ricaricare due veicoli contemporaneamente con una potenza di 25 kW. Anche Enel X Way ha avviato un progetto di ricarica pubblica che prevede la possibile applicazione futura della tecnologia V2G. Il Cpo ha in cantiere la realizzazione di 10 punti di ricarica ad Avezzano (in provincia de L’Aquila): per il quale nello specifico è stata confermata l’installazione di 2 colonnine di tipo Quick (fino a 22 kW di potenza), due colonnine fast in DC e di due stazioni con tecnologia VG2.
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