Acea: in Europa servono molte più colonnine, il 60% concentrate in 3 Paesi
Ieri, 12 febbraio, si è tenuto lil primo tavolo di confronto tra Acea (l’associazione che rappresenta l’industria automotive europea) e la Commissione UE volto ad aprire un dialogo strategico sugli ambiziosi target di decarbonizzazione che stanno mettendo a dura prova l’intero comparto automobilistico del Vecchio continente. Obiettivo del tavolo di confronto quello di individuare azioni concrete per far fronte alla lenta adozione dei veicoli a zero emissioni, continuando a supportare la decarbonizzazione del trasporto su strada con un quadro tecnologico a lungo termine. Tra le principali criticità sottolineate da Acea compare la diffusione delle infrastrutture di ricarica: nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, secondo l’associazione il ritmo di installazione rimane ancora troppo lento e non sufficiente a coprire la domanda prevista.
Ad esempio, si legge nel comunicato diffuso da Acea, “quasi il 60% di tutte le stazioni di ricarica sono situate in soli tre Paesi. Relativamente ai veicoli pesanti, manca quasi totalmente la disponibilità di infrastrutture”. Inoltre Acea ha chiesto l’introduzione di incentivi fiscali e di acquisto nazionali e pan-europei per stimolare la domanda di veicoli elettrici. «L’UE ha bisogno di politiche orientate al mercato, non di politiche punitive, se vuole stimolare la domanda di veicoli a zero emissioni e superare la crisi di competitività che sta affrontando l’industria automobilistica europea», ha dichiarato Sigrid de Vries, direttore generale di Acea. «Oggi abbiamo ribadito la nostra richiesta di un blocco immediato sulle imminenti sanzioni CO2 e una revisione ambiziosa del Regolamento dell’UE sulle Infrastrutture per i combustibili alternativi, che è ancora molto lontano dal raggiungere gli obiettivi. Abbiamo anche sostenuto l’introduzione di un sistema di incentivi pan-europeo».