Le tariffe al “microscopio”
Cosa pagano esattamente gli utenti finali quando ricaricano il proprio veicolo elettrico? Cosa incide sui costi e come influisce su questi ultimi l’interoperabilità garantita dagli Emsp? Ecco una panoramica per spiegare le dinamiche che regolano il mercato
di Federica Musto
Partiamo da qualche numero. A metà luglio 2024 (data in cui questo articolo viene scritto), i veicoli elettrici in Italia sono 251.023. Da inizio anno, ci sono state 34.709 nuove immatricolazioni, spinte dagli incentivi di inizio giugno, esauriti in poche ore per i veicoli full electric. A giugno 2024, le nuove immatricolazioni di auto elettriche sono state 13.285, con una quota di mercato dell’8,27%, rappresentando il 3,9% delle immatricolazioni del primo semestre. Guardando invece ai dati sull’infrastruttura, a marzo 2024 c’erano 54.164 punti di ricarica in 28.633 stazioni e 18.676 location. Negli ultimi quattro anni, i punti di ricarica pubblici sono passati da 20.757 a oltre 54mila, con un aumento di 12.991 solo tra il 2023 e il 2024. Il rapporto tra questi numeri è importante per rendersi conto di un fatto: oggi in Italia c’è un punto di ricarica ogni 5,56 auto elettriche, una situazione migliore rispetto a Paesi come Francia, Inghilterra e Germania.
Se da un lato questi numeri garantiscono di trovare quasi sempre la colonnina di ricarica libera quando occorre, dall’altro determinano ancora una bassa percentuale di utilizzo dell’infrastruttura, il che si ripercuote sul ritorno d’investimento delle aziende che stanno investendo nella realizzazione della rete di ricarica e, di conseguenza, sui costi di ricarica. In questo contesto di crescita, un ruolo rilevante nell’andamento del mercato è svolto dall’infrastruttura e, in particolare, il sistema tariffario a esse associato. Di recente, infatti, le tariffe hanno subito significativi aumenti, suscitando preoccupazioni tra i consumatori e gli operatori del settore. Se da un lato le tariffe al consumo sono lievitate fino a oltre un terzo del proprio valore di inizio 2023, dall’altro i proprietari di Bev hanno anche visto l’eliminazione di molti degli abbonamenti che gli avevano garantito, fino a metà 2023, di caricare i propri veicoli elettrici a costi veramente contenuti. Per comprendere la logica di tali cambiamenti è necessario in primo luogo capire come sono composte le tariffe per la ricarica dei veicoli elettrici in Italia, quali voci ne influenzano il prezzo e a quali normative sono sottoposte da parte dell’autorità.
A questo linik Leggi l’articolo completo pubblicato su E-Ricarica di settembre