Acea lancia un tracker interattivo per monitorare la transizione. Italia tra i Paesi peggiori per le tariffe
L’Associazione dei Costruttori Europei di Automobili (Acea) ha presentato un nuovo tracker interattivo pensato per seguire in tempo reale i principali indicatori della transizione verso la mobilità a zero emissioni. Disponibile a tutti gli stakeholder – istituzioni, giornalisti, operatori del settore –, lo strumento integra dati aggiornati relativi a immatricolazioni, parco circolante, prezzi e disponibilità di infrastrutture di ricarica. Se da un lato il mercato dei veicoli elettrici appare in lenta crescita, dall’altro permangono forti criticità infrastrutturali. La situazione attuale registra la presenza di circa 880mila punti di ricarica pubblici nell’UE, ma per raggiungere gli obiettivi climatici al 2030 ne servirebbero 8,8 milioni, ossia dieci volte di più.
Il rapporto tra veicoli elettrici e colonnine pubbliche è di 1 colonnina ogni 5 BEV, peggiorando ulteriormente se si considerano anche PHEV e veicoli commerciali. Ancora più critica è la situazione per i mezzi pesanti: solo poche centinaia di colonnine adatte ai camion, rispetto alle 35.000 necessarie, oltre a circa 2.000 stazioni a idrogeno ad alta capacità. L’impatto della carenza infrastrutturale non è solo numerico, ma anche economico: i costi di ricarica sulle reti pubbliche in molti paesi europei risultano più alti rispetto al mantenimento di auto a combustione, sminuendo così l’appeal dell’elettrico.
Dai dati resi noti emerge che nel 2024 la quota di mercato delle auto elettriche pure (BEV) ha registrato un calo dal 14,6 % al 13,6 %, segnando la prima flessione nella crescita delle vendite. Allo stesso tempo, i camion zero-emission rappresentano soltanto il 3,5 % del mercato, ben lontano dal target del circa 35 % necessario per centrare gli obiettivi climatici del 2030. Acea sottolinea che, nonostante un’offerta crescente di veicoli elettrici, la vera sfida per la decarbonizzazione resta l’implementazione delle infrastrutture e un’energia ricaricabile a prezzi accessibili. Per questo, il nuovo tracker è pensato come strumento chiave di supporto alle decisioni, capace di mettere in evidenza gap, confrontare dati regionali e stagionali, e indirizzare meglio le politiche pubbliche. Tra le voci consultabili c’è anche la media delle tariffe relative alla ricarica pubblica, parametro in cui l’Italia figura come secondo peggior Paese in Europa con una media di 0,69 euro al kWh (peggio solo l’Olanda con una media di 0.72 euro). La media europea i attesta tra gli 0.59 euro per le ricariche in AC e gli 0,63 euro per quelle in DC.
Il tracker interattivo di Acea è disponibile a questo link